L'Occidente sembra colto da una grave forma di delirio mediatico: è tornata l'ossessione dei nemici della libertà e del capitalismo: la Cina è una new entry, mentre la Russia è un evergreen. Quando c'è qualcosa che non quadra, o da ribaltare una tendenza giudicata negativamente per gli interessi occidentali, la colpa è sempre di Mosca.
L'establishment occidentale va compatito.
L'America sta combattendo su più fronti, soprattutto su quello economico globale. Guarda caso, è stata proprio Washington ad
aprire le porte alla Cina sin dai tempi di Nixon, per non avere più grane nel sud-est asiatico dopo la botta del Vietnam. Poi le ha spalancato le porte del mercato mondiale, con Clinton, che nel 2001 la fece ammettere al Wto a condizioni di enorme favore. Ora se la ritrova vispa e pimpante, arricchita vendendo a manetta in tutto il mondo e soprattutto in America. E' un
competitor agguerrito, anche nelle sfide tecnologiche. Visto che Pechino non apre le porte ai servizi americani,
è guerra commerciale: Trump la combatte a suon di dazi. Huawei ed il 5G cinese sono banditi.
La
Russia rappresenta il fallimento più clamoroso: l'Unione Sovietica si è dissolta come neve al sole, del blocco comunista dei Paesi dell'est europeo non è rimasto che il loro rancore verso Mosca per tanti anni di privazione della libertà politica. Le rivolte di Varsavia, di Praga e di Danzica hanno segnato col sangue la Storia europea.
Ma in Russia non si entra, i capitalisti occidentali sono stati sempre, poco garbatamente, messi alla porta: niente è caduto in mani occidentali. Né le immense risorse minerarie, né i colossi produttivi: proprio uno smacco per chi pensava di farne bocconi succulenti. Se poi il prezzo del petrolio sale, la Russia che è una enorme stazione di rifornimento di energia si arricchisce: ma se scende, il petrolio ricavato con il fracking in America va fuori mercato ed i produttori falliscono: una vera disdetta.
E così, non solo
va bloccato il South Stream che sarebbe arrivato in Italia,
ma anche il raddoppio del North Stream che è stato deciso tra Mosca e Berlino va mandato in soffitta.
Non parliamo poi dell'
Ucraina, del tentativo di sottrarla con ogni mezzo alla influenza della Russia, con la conseguenza che la
Crimea si è autoproclamata indipendente e poi ha aderito alla Federazione russa. Una violazione gravissima delle relazioni internazionali che non ammettono secessioni di sorta.
Come se non bastasse, spendendo poco e niente,
Putin si è conquistato un ruolo di garante della indipendenza della Siria, facendosi chiamare dal Presidente Assad a difesa della integrità territoriale del Paese, minacciato da una guerra civile in cui hanno militato combattenti provenienti da tutto il mondo. Gli Usa e la Francia, che pensavano di fare il bis della Libia e del Colonnello Gheddafi si sono dovute arrendere. Niente regime change.
A questo punto è chiaro perché la Russia è un arcinemico di chi in America vuole controllare il mondo, come unica superpotenza. L'eccezione americana non può fermarsi alle porte di Damasco, e tanto meno al porto di Sebastopoli.
Quando c'è un
leader politico scomodo, negli Usa Donald
Trump ed ora in Italia Matteo
Salvini, escono fuori accuse pesanti: dalla intelligenza con una potenza straniera alle interferenze attraverso i social media per manipolare la campagna elettorale, ai fondi occulti che sarebbero stati versati per sostenere questi movimenti antisistema.
Il
Russiagate che ha tenuto Trump sotto inchiesta per diversi mesi si è concluso senza addebiti: non è stata raggiunta la prova che avrebbe inchiodato il Presidente. I Democratici, però, insistono: l'accusa potrebbe essere quella di ostruzione alla giustizia, crimine ancor più grave. Trump è estraneo all'establishment, e tanto basta per volerlo far fuori.
La Gran Bretagna è della partita. Sempre la prima, quando bisogna picchiare in testa ai russi: le cronache giornalistiche delle spie assassinate sul suolo britannico da agenti russi sono degne dei gialli più intriganti scritti da Ken Follett. Le avventure di 007, al confronto, sono pulcinellate.
La
minaccia c'è: l'ordine unipolare americano deve essere mantenuto ad ogni costo. Non esiste la verità, l'importante è indebolire l'avversario: qualunque cosa dirà, non sarà credibile.
La verità non conta: esiste solo il potere.
Spie assassinate, interferenze illecite, finanziamenti occulti: non manca davvero niente.Ma il vento cattivo viene sempre da Mosca.(Foto: © Igor Nilov / 123RF)