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Assai caracollanti listini

Mix esplosivo: inflazione, tassi, recessione... e guerra


La speculazione ha pazienza: cuoce a fuoco lento gli investitori, li innervosisce per settimane. Anche per mesi.

Il colpo lo si assesta spesso d'estate, quando gli scambi sono rarefatti. Basta ricordare l'ultima crisi del 2008, con il fallimento della Lehman Brothers dichiarato a settembre. Ma era già tutta l'estate che chi poteva liberarsi dei titoli tossici, quelli che avevano come sottostante i mutui sub-prime, si dava da fare.

E non serve neppure che a saltare debba essere sempre un "pezzo da 90": talora si attacca un comparto, quello immobiliare o quello tecnologico, oppure si prende di mira il debito pubblico di un gruppo di Paesi.

Si deve creare inquietudine ed incertezza: si cavalcano dunque con cura le prospettive economiche, finanziarie e politiche negative per ammorbidire le certezze e far aumentare la preferenza per la liquidità.

E si approfitta della alta inflazione in corso, che ha messo le banche centrali sulla difensiva: alzando i tassi e riducendo la liquidità creano le condizioni per un riaggiustamento. Non solo non c'è più tanto denaro in giro per coprirsi dalle perdite, ma soprattutto costa molto più caro tenere in piedi posizioni a leva.
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