(Teleborsa) - Lo scorso mese la crescita della manifattura britannica ha rallentato più del previsto, mentre quella italiana si è ulteriormente ridotta, in quanto l'Europa ha sofferto le conseguenze di un indebolimento della domanda e l’aumentare dei
rischi geopolitici.
Markit Economics, società indipendente che sviluppa indagini tra le più influenti e autorevoli a livello mondiale, ha detto che lo scorso mese il suo indicatore della zona euro è sceso più di quanto inizialmente stimato, con l'indice per l'
Italia inaspettatamente caduto sotto quota 50, indicando la prima contrazione in 14 mesi. Nel
Regno Unito, invece, la produzione è cresciuta meno rispetto alla media dell’ultimo anno, con ricadute negative per l’intera regione euro. Una relazione separata, sempre elaborata da Markit, ha poi mostrato che un secco rallentamento si è manifestato anche per la manifattura
cinese.
La percezione dominante è che tutta l’Europa sia stata colpita dal conflitto tra l'Ucraina e la Russia, minando la spesa, mentre le banche hanno alzato il loro "sentiment" sul rischio di eventuali riflessi negativi, per le economie dell’Unione.
Il Presidente della Banca centrale europea,
Mario Draghi, ha segnalato che l'economia della zona Euro potrebbe necessitare di maggiori stimoli per evitare una spirale deflazionistica, mentre per voce del suo Governatore, la
Banca d’Inghilterra ha detto che l’intensificarsi delle minacce geopolitiche, giustifica per ora il mantenimento dei tassi di interesse ai minimi storici.
"Il rallentamento economico che ha avuto inizio nel nucleo della zona euro in primavera, si sta rapidamente diffondendo", ha detto
Christian Schulz, economista presso la filiale londinese di
Berenberg Bank. "L'ultima escalation di aggressività della Russia e il "giochetto" delle
sanzioni e controsanzioni tra Europa e Russia, indicano la strada verso un aggravamento dell’attuale fase di debolezza economica.