(Teleborsa) - E' solo una questione di tempo, ma prima o poi assisteremo ad un
grosso crollo di borsa, magari del 50%. Questo è, più o meno, il parere di alcuni tra i più famosi, oltreché esperti, investitori.
"Non dobbiamo sorprenderci se il mercato azionario crollasse, cosa che peraltro potrebbe anche essere imminente”, spiega Mark Spitznagel, un autorevole gestore di hedge fund, noto per il suo miliardario profitto accumulato sulla crisi del 2008. "In effetti è una cosa che dobbiamo assolutamente aspettarci".
Purtroppo Spitznagel non è solo.
"Siamo in una gigantesca bolla speculativa finanziaria”, avverte il consulente svizzero e gestore dell’omonimo fondo Marc Faber. "Ogni giorno è buono per assistere al suo scoppio”.
Faber non esita a dare la
colpa alle politiche economiche dell’amministrazione Obama e alle
rischiose politiche dei tassi bassi della Federal Reserve, che, dice, "colpiscono i percettori di reddito e chi accantona i propri risparmi. Perché tutti dovrebbero essere costretti a speculare in azioni o nel settore immobiliare?"
L’investitore miliardario
Warren Buffett si dice più che possibilista su un crollo di mercato. “Il mio indicatore sta violando il livello di allarme vendite, per cui un collasso, forse del 50%, potrebbe avvenire in qualsiasi momento”.
Tutti concordi, quindi, sull'incombenza di un crollo di borsa che sembrerebbe inevitabile. Le
opzioni per l’investitore sarebbero quindi
due. Una, quella di
liquidare tutte le posizioni, l'altra, quella di
rischiare tutto superando indenni la tempesta.
Tuttavia secondo Sean Hyman, fondatore di Absolute profits, esiste una
terza opzione. "Ci sono
settori specifici del mercato che nei prossimi mesi possono performare bene”. "Uscire adesso alle azioni potrebbe rivelarsi sacrificante”. Il segreto di Hyman è quello di avere accesso a un calendario di Wall Street che ha battuto il mercato complessivamente del 250% dal 1968.
Questo calendario elenca semplicemente 19 investimenti (sulla base di alcuni settori del mercato) e 38 date per comprare e vendere. Così facendo 1.000 dollari, in 20 anni potrebbero rivalutarsi in 178.000 dollari. Almeno questo è ciò che è successo in passato.