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Riforme, la pagella dell'OCSE sull'Italia non è lusinghiera

Economia
Riforme, la pagella dell'OCSE sull'Italia non è lusinghiera
(Teleborsa) - Se si potesse tradurre in voto il giudizio espresso dall'OCSE sullo stato di avanzamento delle riforme strutturali in Italia, si potrebbe dedurre che il Bel Paese è poco sopra la mediocrità.

Nel consueto rapporto "Going for Growth" dedicato alle riforme strutturali attuate dai singoli Paesi, l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo premette che la mancata ripresa dell'economia italiana ha portato il reddito pro capite e la produttività ancora più al di sotto delle maggiori economie dell'area OCSE.

Per questo il Paese deve puntare massimamente sulla correzione di alcune problematiche strutturali. A cominciare dal mercato del lavoro dove bisogna lavorare ancora sull'eliminazione del dualismo.
L'Organizzazione promuove comunque il Jobs Act, in quanto va nella giusta direzione, anche se il Governo dovrà puntare più forte sulla flessibilità.

Le aree dove c'è ancora molta strada da fare sono invece quella delle privatizzazioni, del fisco e dell'istruzione.

Quanto alle privatizzazioni, secondo l'OCSE non sono stati ancora raggiunti gli obiettivi prefissati, complice anche la presenza di elevate barriere alla concorrenza.

Di grande impatto, sulla ripresa, sarebbe anche una riforma del fisco che punti alla riduzioni delle distorsioni e disincentivi l'evasione.

Il sistema scolastico italiano, infine, riceve una vera e propria bacchettata dall'OCSE, che parla di bassa spesa, di basso rapporto tra qualità e costo e di scarsa equità ed efficienza.
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