(Teleborsa) -
Il NO prevalente del referendum greco, che di fatto esprime il rifiuto a nuove misure di austerità, ha dato agli analisti finanziari l’onere di
prevedere se la Banca Centrale Europea continuerà a fornire la liquidità necessaria alle banche elleniche per rimanere a galla e che cosa potrebbe accadere nell’ipotesi peggiore.
La divisione di ricerca economica di
Barclays, guidata da Francois Cabau, riferendosi al consiglio generale della BCE dice: "
Ci si aspetta che la BCE possa arrestare l’erogazione della liquidità di emergenza, al più tardi entro il 20 luglio. Questo perché tutte le garanzie depositate presso la BCE vengono registrate più o meno alla pari nei bilanci delle banche greche.
L’haircut medio sulle garanzie è oggi del 50%, per cui la conservazione delle garanzie pretese dall'attuale euro sistema si tradurrebbe in
oltre 30 miliardi di euro di perdita per le banche greche, dato che spazzerebbe via il patrimonio netto delle banche greche. La banca centrale greca, alla fine, avrebbe bisogno di stampare nuova moneta al fine di iniettare nuova liquidità.
Gli analisti di
Citigroup, guidati da Ronit Ghose dicono: "Stimiamo in circa
150-250 i milioni di euro che lasciano quotidianamente le banche elleniche attraverso i
prelievi prelievi bancomat, tanto da prevedere
severi controlli sui capitali annunciati la settimana scorsa. Al ritmo attuale le banche greche potrebbero rimanere a corto di denaro contante già entro questa settimana, obbligando il governo ad una nazionalizzazione bancaria in caso di Grexit”.
Roy Smith, professore di finanza alla
Stern School of Business della New York University ha dichiarata: "La BCE non può decidere di devastare il sistema bancario greco, senza prevedere di una sorta di
allentamento quantitativo per la Grecia in vista della sua uscita dall’euro zona, affinché possa avere una decente
possibilità di sopravvivenza al di fuori dall'euro. Magari l’apertura di una
linea di credito di 30 giorni per consentire alle banche di riaprire e di vedere con certezza se la Grecia ha veramente intenzione di lasciare l'euro. Non vedo come i creditori possano continuare a lavorare con Grecia, ma penso sia opportuno aiutarli se proprio vogliono lasciare l’euro zona”.