(Teleborsa) -
Putin ha mostrato al mondo le prove della
complicità della Turchia con l'Isis.
In una conferenza stampa tenutasi ieri,
Mosca ha diffuso delle foto per dimostrare i traffici illeciti che il presidente turco
Recep Tayyip Erdogan e la sua famiglia fanno con lo
Stato Islamico. In sostanza
Putin accusa Ankara di acquistare petrolio rubato dall'Isis in Iraq e in Siria. "Secondo le nostre informazioni, in questo affare criminale sono coinvolti il presidente Erdogan e la sua famiglia", ha affermato il viceministro della Difesa
Anatoli Antonov, specificando che i jihadisti in cambio ricevono armi e mezzi militari.
Ergogan non ci sta e immediatamente replica: "nessuno ha il diritto di calunniarci", ribadendo di essere pronto a
dimettersi nel caso in cui la Russia provi le accuse. "Non ho perso i miei valori a tal punto di comprare petrolio da una organizzazione terroristica", ha tuonato il presidente turco.
Intanto l'America si schiera dalla parte di Erdogan, definendo queste accuse "assurde". A sottolinearlo il portavoce del Pentagono
Steve Warren, ricordando che "la Turchia partecipa attivamente ai raid della coalizione contro i jihadisti".