(Teleborsa) -
La deflazione continua a preoccupare il Giappone e mette
sotto pressione la Banca centrale giapponese per ulteriori misure di sostegno.
Il governatore della Bank of Japan, Haruiko Kuroda, ha confermato la piena disponibilità a combattere la deflazione, con qualsiasi mezzo. Lo ha detto, nel primo intervento che ha seguito la riunione di politica monetaria della banca centrale, in cui
non è stato ampliato il piano di quantitative easing, ma solo i parametri cui agganciare le decisioni.
Secondo l'
Ufficio nazionale di statistica, nel mese di agosto, l'indice dei prezzi al consumo (CPI) ha registrato
su base mensile una variazione nulla mentre rispetto allo stesso mese dell'anno precedente ha riportato un
calo dello 0,5%, molto lontano dal target del 2% perseguito dalla banca centrale. I prezzi al consumo, al netto delle componenti più volatili, quali i cibi freschi ed energia, ha registrato un incremento dello 0,1% mensile e dello 0,2% su anno.
Il dato preliminare dell'indice dei
prezzi al consumo dell'area di Tokyo relativo al mese di settembre segnala un aumento dello 0,1% su mese, mentre su base tendenziale si è registrato un calo dello 0,5%. L'indice core scende dello 0,1% su mese e scivola dello 0,1% su anno. I dati di Tokyo sono ritenuti un ottimo anticipatore del trend di prezzi nazionale.
Nonostante il calo dell'inflazione,
le famiglie giapponesi hanno ridotto la spesa del 4,6% su anno, più di quanto stimato dagli
economisti, che
indicavano una contrazione del 2,5%.
Indicazioni positive giungono invece, dalla produzione, che nel mese di agosto è salita dell'1,5% ben oltre il consensus (+0,5%). Il sondaggio condotto dal
ministero dell'Economia, del Commercio e dell'Industria, rileva che ora le imprese stimano un incremento della produzione del 2,2%, nel mese di settembre, ben oltre le precedenti previsioni (-0,7%).
La disoccupazione si conferma al livello più basso dal 1995, seppur in lieve aumento al 3,1% dal 3% di luglio.