(Teleborsa) -
Il Fisco ha continuato a "spremere" le PMI nel 2016 e quest'anno c'è il rischio di nuovi aumenti. La denuncia arriva dalla
CNA - Confederazione nazionale artigianato, nel suo rapporto "Comune che vai, fisco che trovi", dove si analizza anche il peso a livello locale su un campione di 135 città italiane.
Secondo la CNA
il peso del fisco è rimasto fermo al 60,9% lo scorso anno e
nel 2017 potrebbe salire al 61,2%, a meno che non si scelga l'IRI, il nuovo sistema fiscale destinato alle aziende non soggette a Irpef. Secondo l'associazione che rappresenta gli artigiani e le PMI, infatti, il nuovo sistema "conviene" e potrebbe
abbassare la tassazione al 58,1%.
Il
Tax Free day, cioè il giorno in cui le imprese si liberano dalle tasse per iniziare a produrre per sé,
è caduto nel 2016 il 10 agosto e dovrebbe rimanere invariato anche quest'anno, mentre
con l'applicazione dell'IRI dovrebbe arretrare al 30 luglio.
A livello locale,
Reggio Calabria si conferma il capoluogo che maggiormente tartassa le PMI con un peso delle tasse del 73,2%, seguita da
Bologna con il 71,9% e
Roma (69,1%).
La Capitale è anche al top per le spese sui rifiuti, se paragonata alle altre capitali europee (Londra, Parigi, Berlino, Madrid, Varsavia). Fra le città che pagano meno c'èTrento (53,9%), seguita da Gorizia (54,4%), Cuneo, Imola e Belluno (54,5%).
"Il progetto di abbassamento della pressione fiscale va avanti", ha assicurato il viceministro all'Economia,
Luigi Casero, sottolineando che è necessario intervenire per
ridurre il peso delle tasse sia sulle imprese che sulle famiglie.