(Teleborsa) -
Torna a salire lo Spread: il differenziale fra il rendimento del BTP italiano ed il "più sicuro" Bund tedesco si è spinto sino a
264 punti (+6,6%), lontano dai picchi di oltre 300 punti toccati di recente, a causa dell'incertezza sulla formazione del nuovo Governo, ma ancora troppo alto rispetto alla media dell'ultimo anno.
Frattanto si può notare che questo differenziale si è allargato a causa dell'aumento del
rendimento del BTP al 3,05%, ma ancor più per il calo di quello del
Bund allo 0,43% (-11%).
La ragione? Ce ne sono due: la pura
speculazione ed una giustificata
avversione al rischio. In effetti, si può notare che i certificati assicurativi a copertura dle rischio default dell'Italia, ovvero i
CDS a 5 anni, sono saliti parallelamente a
243 punti.
Sullo Spread si è soffermato oggi anche il
Direttore generale di Bankitalia, Salvatore Rossi, in occasione della sue giorni delle Fondazioni bancarie dell'ACRI. Il dirigente di Palazzo Koch ha spiegato che questi aumenti rispondono al diffondersi della
"percezione che aumenti il rischio" di una rottura con l'UE e l'euro e che "ne esca l'Italia o un altro paese".
Rossi ha definito però
"piccola" la probabilità che questo rischio si concretizzi e poi ha precisato che sullo Sprad non opera solo la speculazione, che definisce "un fattore secondario", ma soprattutto
l'esigenza di coprirsi degli operatori del risparmio, che vedono in gioco la loro credibilità e reputazione e quindi vendono titoli in massa. "Lo spread non è un mistero, non è una cosa esoterica", ha detto Rossi.
Anche
Antonio Patuelli, Presidente dell'ABI, ha commentato la crescita "preoccupante" dello Spread, ma ha anche precisato che
questo aumento con l'euro è "infimo" rispetto a quando c'era la lira. "Ci stiamo spaventando da qualche settimana per una crescita dello spread oltre 200 punti base, perché eravamo abituati a stare sui 100. Ma questi sono i dati dei tassi con l'euro: possono essere elevati, ma sono sempre nell'infimo rispetto alla lira", ha detto.