(Teleborsa) -
Cresce l'attesa per la riunione Opec di domani, venerdì 22 giugno 2018, che si potrebbe concludere con un aumento della produzione al fine di stabilizzare i prezzi del petrolio.
Al momento l'accordo non c'è ma si delinea un compromesso, che potrebbe tuttavia risultare inefficace.
La Russia, che fa parte del cosiddetto Opec+, il Cartello allargato alle altre principali nazioni produttrici, vorrebbe incrementare l'output di 1,5 milioni di barili al giorno: 200mila barili al giorno in più da Mosca; 500mila da Riad, Emirati Arabi Uniti e Kuwait; 800mila barili da altri. Contrari soprattutto Venezuela, Iran e Iraq.
Il ministro del Petrolio saudita,
Khalid al-Falih, sembra aver rilanciato proponendo un incremento da 1 milione di barili, riconoscendo che un forte aumento dell'offerta risulterebbe "politicamente inaccettabile". "Ne discuteremo", ha detto il rappresentante dell'Iran,
Bijan Namdar Zanganeh.
In attesa della decisione scendono i prezzi dell'oro nero: il Brent scambia a 73,62 dollari mentre il Light Sweet Crude si porta a 65,68 dollari.