(Teleborsa) - Si fa sempre più aspra diversità di vedute Lega-5 Stelle, complicando non poco i rapporti nella maggioranza di Governo.
Salvini, protagonista indiscusso in questi mesi, e
Di Maio ercano di trovare la quadra del governo giallo-verde. Nel giorno del suo
40eismo compleanno si "fa sentire" da Puerto Escondido, nel Messico, con un video
Alessandro Di Battista, riconosciuto da molti come punto di riferimento indiscusso del
movimento pentastellato. E poi, dopo la replica del vice premier leghista, Barbara Lezzi, Ministra pentastellata per il Sud, si affretta a dar man forte al collega al momento in pausa sabbatica oltreoceano. Dibba era entrato a gamba tesa toccando due
temi caldi del dibattito interno: la
Torino-Lione e il gasdotto che porta il gas dal Caucaso fino in Puglia, chiedendo al
M5S di restare se stesso nelle sue battaglie simbolo, a cominciare da quelle contro il Tav e il Tap. Non si era fatta attendere la replica di
Matteo Salvini che dalla Festa della Lega in Romagna, ha tuonato:
"Non si può andare avanti dicendo solo no. La Tap va fatta: il gas costerà il 10% in meno". E annuncia:
"In autunno voglio una rivoluzione sulle tasse, la stessa che sto facendo ora sui migranti".
Frecciata, dunque, anche contro il Ministro Infrastrutture e Trasporti Danilo Toninelli che, riguardo il collegamento ferroviario Alta Velocità Torino-Lione aveva dichiarato: "il progetto Tav deve essere valutato e riformulato tutto. Ma se per ripagare l'opera servono più di 50-60 anni, finendo con il mettere le mani nelle tasche degli italiani per finanziarla, è meglio bloccarla".: "il progetto Tav deve essere valutato e riformulato tutto. Ma se per ripagare l'opera servono più di 50-60 anni, finendo con il mettere le mani nelle tasche degli italiani per finanziarla, è meglio bloccarla".
Controreplica immediata quella di Barbara Lezzi: "Caro Matteo Salvini, in Italia servono le infrastrutture ed in particolar modo ne hanno estremo bisogno il Sud e le aree interne del centro-nord. È la carenza di questo genere di investimenti che ha provocato una perdita ulteriore di posti di lavoro al sud di 300.000 unità durante gli anni della crisi. Non si è mai osservato il riparto della quota ordinaria degli investimenti per popolazione. Al sud spetterebbe almeno il 34% e siamo a poco meno del 29%. Strade sicure, ferrovie, scuole, ricerca, università, bonifiche, anti-dissesto idrogeologico, energia pulita. Questi sono gli investimenti che L'Italia aspetta".