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Pensioni, su Quota 100 nodo Tfr per i dipendenti pubblici

"Allo studio ipotesi anticipo Tfr per tutti", lo ha detto Giulia Bongiorno, Ministro per la Pubblica Amministrazione

Economia
Pensioni, su Quota 100 nodo Tfr per i dipendenti pubblici
(Teleborsa) - Il Consiglio dei Ministri esaminerà nella giornata di giovedì mattina, 17 gennaio, l'atteso "decretone" che, oltre a regolare il Reddito di Cittadinanza, introduce Quota 100 per accedere anticipatamente alla pensione, con un nodo, piuttosto grosso, da sciogliere: quello del Tfr per i dipendenti pubblici.

Secondo le bozze circolate, il decreto prevederebbe per il pubblico impiego la liquidazione del trattamento di fine rapporto solo una volta maturati i requisti di pensionamento previsti dalla legge Fornero, anche per i lavoratori che anticipano l'uscita. Inoltre, già a legislazione vigente, in base a disposizioni ancora precedenti, la corresponsione del Tfr nel settore pubblico viene scaglionata fino a tre rate annuali, in base all'importo che è stato maturato. Di fatto, un dipendente pubblico che ha optato per quota 100 percepirebbe la liquidazione tra 5 e 7 anni dopo il pensionamento.

A preoccupare il Governo l'attesa decisione della Corte Costituzionale, prevista dopo aprile, su una ordinanza del Tribunale di Roma relativa proprio al differimento del Tfr in base alle regole attuali, che inevitabilmente avrebbe ricadute pesanti anche su quota 100. Se la Corte, infatti, dovesse riconoscere il Tfr dei dipendenti pubblici come retribuzione differita da liquidare nel momento stesso in cui un lavoratore va in pensione, il governo si troverebbe di fronte alla necessità di trovare le relative coperture finanziarie per evitare un buco profondo nei conti pubblici.

Bongiorno: "Allo studio ipotesi anticipo Tfr per tutti" - Intanto, il Ministro per la Pubblica Amministrazione, Giulia Bongiorno, ha anticipato che il Governo sta lavorando ad una norma, da introdurre nel decreto, che prevederebbe per tutti la possibilità di percepire il Tfr non appena si va in pensione. Per questo è in corso una interlocuzione con l'Abi, in quanto le banche dovrebbero anticipare le risorse del tfr, in tutto o in parte. Ma bisogna fare i conti con il problema di chi paga gli interessi.
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