(Teleborsa) - La
premier britannica Theresa May ha quindici giorni di tempo per
negoziare un nuovo accordo con l'Unione europea. Ma sul fronte interno continua lo scontro sugli emendamenti. Come previsto, ieri sera la Camera dei Comuni ha
respinto a maggioranza, con 240 voti a favore e 323 contro,
l'emendamento laburista favorevole al piano B di Jeremy Corbyn per una Brexit più soft e la permanenza del Regno Unito nell'Unione doganale.Tra gli emendamenti respinti anche quello presentato dagli
indipendentisti scozzesi dell'Snp volto a escludere "in qualunque circostanza" ogni ipotesi di una Brexit no deal. Una proposta fortemente osteggiata dal governo Tory della May che vuole mantenere l'ipotesi di un'uscita senza accordo sul tavolo.
Approvato, invece, con 502 voti a favore e 20 contrari,
l'emendamento presentato dalla laburista Yvette Cooper e dal Tory Oliver Letwin che, inchiodando May al rispetto degli impegni presi annunciati martedì scorso nell'ambito della sua nuova strategia, chiede di
adottare "le misure legali necessarie a modificare la data di uscita". Un'ipotesi "rinvio" sulla quale finora May si era sempre dichiarata contraria, ma sulla quale è stata costretta a cedere per le numerose minacce di dimissioni di membri del suo governo che rifiutano l'ipotesi di una Brexit senza accordo.
In sostanza nel caso in cui il Governo britannico non ottenesse la maggioranza parlamentare per ratificare l'accordo con Bruxelles, il prossimo 13 marzo i deputati potranno votare sì o no a un'ipotesi di no deal e
il 14 marzo potranno esprimersi su un rinvio "limitato" della Brexit, rimandando la data del divorzio oltre il 29 marzo. Presentato dal
deputato Tory di origine italiana Alberto Costa, è stato approvato anche l'emendamento che impegna il gabinetto a concordare con Bruxelles la
tutela dei diritti ai livelli attuali dei cittadini Ue residenti nel Regno Unito.Mentre, dopo mesi, il nodo Brexit sembra tutt'altro che sciolto
Bruxelles rimane ferma sulle sue posizioni. Disponibile, con riserva, riguardo a un ipotetico rinvio, l'Ue si mostra invece contraria a rinegoziare un nuovo accordo. Come chiarito dal
capo negoziatore Ue per la Brexit, Michel Barnier, l'eventuale domanda di rinvio dovrà essere oggetto di una conferma all'unanimità da parte dei Paesi europei e motivata da una visione chiara e un progetto concreto che porti l'Europa fuori da questa impasse.