(Teleborsa) -
La Manovra 2020 cambia le regole per le detrazioni sanitarie, inserendo precisi paletti di natura reddituale e qualitativa. La normativa prevede una detrazione del 19% delle spese sanitarie sostenute
oltre un tetto di 129,11 euro (franchigia) e
sotto 120 euro di reddito. Va tenuto conto infatti che fra detrazioni, deduzioni, sconti, agevolazioni e regimi speciali si contano oggi
ben 400 voci,pari ad un gettito mancato di quasi
60 miliardi di euro. Un giro di vite necessario, soprattutto perché alcune (ad esempio le spese sanitarie) riguardano decine di milioni di contribuenti, mentre altre sono appannaggio di poche decine di famiglie.
La novità assoluta è l'introduzione del principio di
tracciabilità, che prevede la possibilità di effettuare la detrazione solo per le spese pagate con
carte di credito, bancomat, bonifici bancari o postali e assegni. Le spese per le visite in ambito pubblico e su centri convenzionati con il SSN saranno già caricate nella pre-compilata, mentre quelle relative a visite su strutture private non convenzionate (ad esempio lo specialista, il dentista o altro studio medico non convenzionato) saranno soggette all'obbligo di tracciabilità.
Nessun obbligo di tracciabilità per farmaci o dispositivi medici, per le quali sarà consentito anche il pagamento in contanti.
Arrivano tetti ai redditi per la deducibilità
Arriva una
sforbiciata alle detrazioni sanitarie per i
redditi più alti, a partire
da 120 mila euro e fino a 240 mila, soglia oltre la quale si azzereranno tutte le detrazioni.
Taglio che riguarderà oltre
300 mila contribuenti, rappresentativi dello 0,73% del totale dei contribuenti, che pagano il 18% di tutta l'Irpef, secondo gli ultimi calcoli del MEF.
Quali sono le spese a rischio
Per la categoria di contribuenti con redditi elevati sarà possibile detrarre le
spese sanitarie (non per chi guadagna oltre 240 mila euro), ma
non le spese per
l’istruzione dei figli (che danno un gettito di 131 milioni di euro l’anno), le spese per gli
studenti fuori sede e per lo
sport dei figli, le
assicurazioni sulla vita (52 milioni), le spese del
veterinario, le spese
funebri ed una serie di altre spese. Viene fatta salva solo la possibilità di
detrazione integrale per "gravi patologie".