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Facebook, pratiche scorrette: TAR dimezza multe Antitrust

Ma il pronunciamento arrivato oggi venerdì 10 gennaio 2020 è comunque destinato a pesare: i Big delle rete devono fornire ai consumatori informazioni chiare e trasparenti

Economia
Facebook, pratiche scorrette: TAR dimezza multe Antitrust
(Teleborsa) - Il Tribunale amministrativo del Lazio ha annullato una delle due multe da cinque milioni di euro, comminate dall’Antitrust a Facebook per violazioni del codice di consumo e quindi pratiche scorrette, dimezzando quindi l’ammontare complessivo delle sanzioni.



Ma il pronunciamento arrivato oggi venerdì 10 gennaio 2020 è comunque destinato a pesare visto che si inserisce in scia di un concetto che si fa strada con sempre maggior forza: i dati personali hanno un valore in senso negoziale, come una sorta di moneta di cui dispongono clienti e consumatori. Big della Rete avvisati: è necessario informare i consumatori in modo chiaro e trasparente sul loro utilizzo.

Si chiude dunque la controversia che aveva ad oggetto due condotte ritenute, rispettivamente, ingannevoli e aggressive nei confronti dei consumatori. La prima pratica - sanzionata con 5 milioni di euro - riguardava la fase di registrazione dell'utente e consisteva nel rilascio di un'informativa ritenuta poco chiara e incompleta, giacché, fino al 15 aprile 2018, l'utente che accedeva alla homepage di Fb per registrarsi, a fronte di un claim sulla gratuità del servizio offerto, non trovava un evidente e chiaro richiamo sulla raccolta e uso a fini commerciali dei propri dati; la seconda pratica contestata - sanzionata con 5 milioni di euro - concerneva il meccanismo di trasmissione dei dati degli utenti dalla Piattaforma ai siti web/app di terzi e viceversa.

CONFERMATA SANZIONE - Con riferimento alla prima condotta, il Tar ha ritenuto che "il provvedimento ha fornito una puntuale motivazione, supportata da un'adeguata istruttoria, sulla carenza di sufficienti informazioni, nel processo di registrazione, circa il valore commerciale dei dati e allo scopo commerciale perseguito"; il giudizio di ingannevolezza della condotta, quindi, "si sottrae ai vizi denunciati, risultando corretta la valutazione della Autorità circa l'idoneità della pratica a trarre in inganno il consumatore e a impedire la formazione di una scelta consapevole, omettendo di informarlo del valore economico di cui la società beneficia in conseguenza della sua registrazione al 'social network'".


ESULTA ALTROCONSUMO - “La sentenza di oggi è destinata a fare storia perché crea un precedente importante nella legislazione italiana – commenta Ivo Tarantino, Responsabile Relazioni Esterne Altroconsumo - Va avanti la nostra battaglia per rimettere i cittadini al centro della data economy: ora il tribunale ammetta la nostra class action contro Facebook. Sono già oltre 125mila i consumatori italiani che hanno aderito alla battaglia: rimborsi subito”.

Quanto alla seconda pratica, invece, per i giudici "la ricostruzione del modello di funzionamento del meccanismo di integrazione delle piattaforme riportata nel provvedimento sconta dei travisamenti in punto di fatto che inficiano la correttezza del percorso motivazionale seguito dall'Autorità"; e, alla fine, il provvedimento Antitrust "si palesa illegittimo in ragione di vizi di cattiva ricostruzione del funzionamento dell'integrazione delle piattaforme e dell'assenza di elementi sufficienti a dimostrare l'esistenza di una condotta idonea a condizionare le scelte del consumatore". La conclusione è che il provvedimento sanzionatorio è stato annullato limitatamente alla seconda pratica contestata, con la conferma per la prima pratica commerciale

"Stiamo esaminando la decisione del Tar del Lazio e speriamo di lavorare con l'Autorità per risolvere i dubbi restanti", fa sapere un portavoce di Facebook, commentando la sentenza che ha dimezzato le sanzioni Antitrust imposte al gruppo

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