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Fisco, Tridico: difficile integrare bonus cuneo-riforma Irpef

A regime riduzione costo lavoro introdotta da Governo costa 7,1 miliardi

Economia
Fisco, Tridico: difficile integrare bonus cuneo-riforma Irpef
(Teleborsa) - "Sarà complicato" integrare il vecchio bonus di 80 euro e il taglio del cuneo fiscale nella riforma complessiva dell'Irpef allo studio del Governo. Lo ha riferito il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, nel corso di un'audizione della Commissione Finanze del Senato. "Integrare queste riduzioni, una parte bonus e una parte detrazione, sarà complicato nella gestione delle riforma complessiva Irpef perché hanno un meccanismo diverso rispetto alle aliquote fiscali del regime Irpef", ha spiegato Tridico.



Nel momento in cui si andrà a mettere mano alla riforma dell'Irpef - ha proseguito - bisognerà tenere conto "di 16 miliardi con un meccanismo di funzionamento completamente diverso" dal sistema delle aliquote e "sarà molto difficile trovare una collocazione a questi 16 miliardi" tra vecchio bonus Renzi e nuovo decreto sul taglio del cuneo. Tridico ha quindi esortato che "i tecnici e la Ragioneria gestiscano "molto bene" questo passaggio "per evitare sperequazioni e distorsioni".

Inoltre, il Presidente dell'Inps ha sottolineato che il taglio del cuneo introdotto dal Governo "a regime costa 7,1 miliardi". Un costo - ha detto Tridico - che "considera l'estensione della platea rispetto al bonus di 80 euro". In termini di competenza annua - ha spiegato - "l'aumento dai circa 9 miliardi annui" del bonus Renzi "col nostro modello di microsimulazione tax benefit è di circa 7,1 miliardi, a beneficio di circa 15 milioni di lavoratori", per un totale di "circa 16 miliardi". Al momento, a regime dal 2021, la manovra stanzia 5 miliardi per la riduzione del carico fiscale dei lavoratori dipendenti.

Tridico ha, infine, osservato che il taglio del cuneo fiscale varato dal governo "determina una tendenza all'emersione dal nero del lavoro domestico, a partire dai badanti". Si rileva "una spinta verso l'emersione in particolare per i lavoratori domestici" a "una tendenza a dichiarare un po' di più", ha aggiunto il Presidente dell'Istituto.
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