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Saipem, Cao: "Non siamo più legati al petrolio"

Nel 2019 più dei due terzi dei nuovi ordinativi ha riguardato progetti legati alla transizione energetica

Energia, Finanza
Saipem, Cao: "Non siamo più legati al petrolio"
(Teleborsa) - Il legame tra petrolio e Saipem non è più stretto come un tempo. Lo ha affermato Stefano Cao AD di Saipem in un'intervista a La Stampa. "Vorremmo far capire alla Borsa che ormai il legame fra il prezzo del petrolio e i nostri conti aziendali non è più stretto com'era un tempo. Nel 2019 il 68%, quindi più dei due terzi, dei nuovi ordinativi di Saipem ha riguardato progetti legati alla transizione energetica, in particolare i settori in cui siamo leader tecnologici mondiali, come gli impianti per il gas naturale liquefatto e i parchi eolici flottanti, cioè in mezzo al mare. Siamo fortemente impegnati nella transizione energetica e per noi questo è già il presente, non il futuro, come dimostrano i bilanci di Saipem. Invece quasi ogni giorno in Borsa le azioni Saipem salgono o scendono con il prezzo del barile". Le attività connesse con il petrolio per noi restano importanti - precisa Cao - "ma ormai rappresentano meno di un terzo degli ordinativi. Speriamo che la Borsa prima o poi se ne renda conto”.

Quanto allo shale oil - aggiunge il CEO - "non vediamo prospettive di sviluppo". Occuparcene sarebbe in contrasto con la transizione verso le energie rinnovabili in cui sono impegnate sia Saipem sia tutta l'economia globale. Le tecniche di estrazione dello shale oil sono estremamente dannose per l'ambiente, perciò incontrano e incontreranno sempre più opposizione da parte del pubblico. Inoltre i siti di estrazione dello shale oil si esauriscono molto in fretta e bisogna spostarsi in continuazione da uno vecchio a uno nuovo, facendo ogni volta uno scempio ambientale. Non crediamo assolutamente che questa sia fra le tecnologie su cui scommettere".

Cao ha inoltre precisato in merito alla proposta di distribuzione di un dividendo: "non bisogna prendere la cedola come indicazione di una vera e propria politica dei dividendi futuri. Stavolta, con 12 milioni di euro di utile netto, proponiamo all'assemblea dei soci di distribuirne addirittura l'80% in cedole. Ma questo non vuol dire che anche nei prossimi anni gli utili, che ci auguriamo molto più consistenti in valore assoluto, verranno distribuiti in quella misura percentuale, ma secondo le decisioni che assumerà il consiglio di amministrazione".
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