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Coronavirus, Turismo: crollo verticale del settore in Italia

L'allarme arriva da da Confturismo-Confcommercio ed è confermato dall'ultimo Rapporto CNA

Economia, Turismo
Coronavirus, Turismo: crollo verticale del settore in Italia
(Teleborsa) - Crollo verticale del fatturato per il settore del turismo. L'emergenza sanitaria in atto ha provocato la paralisi dell'intera filiera che genera circa il 13% del PIL italiano (dati WTTC), il 15% dell'occupazione e 17 miliardi di euro di contributo al saldo attivo della bilancia commerciale secondo Banca d'Italia. L'allarme arriva da Confturismo-Confcommercio ed è confermato dall'ultimo Rapporto della Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media (Cna).



Secondo le stime elaborate da Cna nel primo semestre del 2020 i ricavi del turismo subiranno una contrazione del 73%. Il giro d'affari atteso è di appena 16 miliardi di euro rispetto ai 57 miliardi dello stesso periodo dell'anno scorso. Compromessa anche la stagione estiva con, tra luglio e settembre, una stima di 25 milioni in meno di stranieri. Il consuntivo del primo trimestre mostra una flessione del fatturato di 15,6 miliardi mentre per il secondo trimestre Cna prevede una contrazione di oltre 25 miliardi, anche tenendo conto di un allentamento delle misure restrittive.

Il segmento più colpito è la ricettività alberghiera ed extra-alberghiera con un crollo del giro d'affari di 13 miliardi nella prima metà del 2020, da 17 a 4 miliardi di euro. Per la ristorazione si stima un fatturato a 3 miliardi di euro contro i 10 miliardi dello stesso periodo del 2019. Calo di 6,1 miliardi per lo shopping turistico. Molto colpiti anche i trasporti turistici con una perdita di fatturato stimata a 6,7 miliardi.

Sempre secondo il Rapporto, la diffusione del virus a livello globale e le relative misure restrittive degli spostamenti si traducono nel mancato arrivo nella penisola di circa 25 milioni di stranieri nel periodo tra febbraio e giugno, pari a 82 milioni di presenze. Cna stima che tra luglio e settembre altri 25 milioni di turisti stranieri non arriveranno in Italia per 98,5 milioni di presenze in meno. In totale tra febbraio e settembre la perdita di turisti stranieri ammonta a 50,2 milioni e circa 180,8 milioni di presenze.

Sommando il calo dei turisti italiani – sottolinea Confturismo-Confcommercio – è già certa una perdita complessiva di oltre 30 milioni di turisti tra marzo e maggio pari a quasi 90 milioni di presenze in meno nelle strutture ricettive turistiche. Ma – avverte la Confederazione – le prospettive sono ancora peggiori. Sui quasi 200 miliardi di volume d'affari complessivo che il turismo genera – direttamente e tramite effetti su altri settori – le previsioni meno pessimistiche indicano una perdita nell'ordine del 60% da qui a fine anno, mentre sono totalmente fermi i viaggi degli italiani all'estero, almeno fino a estate inoltrata avrebbero dovuto essere 22,5 milioni.

"Su 1.000 euro che un turista estero spendeva fino a oggi per fare un viaggio in Italia, nel nostro PIL ne restavano 550, incluse le spese fatte qui a destinazione – osserva il presidente di Confturismo-Confcommercio, Luca Patané –. Questo rapporto crollerà ulteriormente se Governo e Parlamento non intervengono subito per la continuità delle nostre attività, immettendo denaro fresco, con credito accessibile e agevolato, e un indennizzo commisurato alle perdite registrate, in proporzione ai ricavi dello scorso anno mese su mese". Quello prospettato da Confturismo-Confcommercio è uno scenario che potrebbe essere "molto simile a quello delle grandi destinazioni africane del secolo scorso, quando si affacciavano per la prima volta concetti di sostenibilità economica che invitavano gli operatori del turismo dei paesi avanzati a lasciare almeno una piccola parte della ricchezza generata col loro business nelle economie locali". Per questo, secondo Patané, "sarebbe un imperdonabile errore se il Governo non tenesse il turismo al centro delle strategie per il rilancio dell'economia italiana alla fine dell'emergenza epidemiologica in corso. Già prima di questa crisi il settore era attaccato su ogni fronte da grandi potenze economiche internazionali e quando l'epidemia sarà finita – avverte il il presidente di Confturismo-Confcommercio – torneremo ad avere tanti turisti da tutto il mondo, ma dei loro soldi non vedremo quasi traccia, sarà tutto business di poche grandi economie straniere mondiali".

Per superare la fase più critica dell'emergenza e sostenere il settore nel medio periodo, la Cna propone, oltre agli interventi per il sostegno al reddito, l'introduzione di un bonus vacanze per le famiglie da utilizzare in Italia e in tutte le attività legate alla filiera del turismo che si caratterizza per oltre 500mila imprese. Cna auspica, inoltre, l'introduzione di voucher in sostituzione di pacchetti turistici acquistati e prenotazioni disdettate o sospese da spendere nell’ambito della filiera turistica.
























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