(Teleborsa) - Si è registrato un
crollo del commercio estero ad aprile, come mai si era visto dalla creazione del mercato unico europeo nel 1993. Lo sottolinea l
'Istat nel consueto report mensile, dal quale emerge un
deficit commerciale 1,157 miliardi di euro, con una riduzione di oltre 4 miliardi di euro rispetto al surplus di 2,851 miliardi di aprile 2019. Al netto dei prodotti energetici il saldo è pari a +105 milioni di euro (era +6,42 miliardi ad aprile 2019).
E' l'effetto della crisi innescata dalla
pandemia di Covid-19 e dalle misure di
lockdown predisposte da diversi Paesi partner, che hanno bloccato gli scambi commerciali.
Ad aprile 2020 si stima una netta contrazione congiunturale per entrambi i flussi commerciali con l’estero, molto più intensa per le
esportazioni (-34,9%) che per le i
mportazioni (-18,5%). La marcata flessione su base mensile dell’export è dovuta al forte calo delle vendite sia verso i
mercati extra Ue (-37,3%) sia, in misura relativamente meno accentuata, verso
l’area Ue (-32,7%).
Nel
trimestre febbraio-aprile 2020, rispetto al precedente, si rileva una diminuzione del
-18,9% per le
esportazioni e del
-18,3% per le
importazioni.
Il crollo delle vendite all'estero di macchinari, metalli e mezzi di trasporto spiega la metà della
flessione tendenziale dell’export, che fa segnare un
-41,6%, mentre il calo degli acquisti di autoveicoli e petrolio è pari ad un terzo della discesa dell
’import, stimata a
-33,7%. Anche in questo caso le flessioni sono marcate sia verso l'area UE che verso i Paesi terzi. Nel dettaglio, i settori che contribuiscono in misura maggiore alla flessione tendenziale dell’export sono
macchinari e apparecchi (-50,9%), metalli di base e prodotti in metallo, esclusi
macchine e impianti (-38,9%), altri
mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi (-66,8%)
, autoveicoli (-86,1%), articoli in pelle, escluso abbigliamento, e simili (-79,1%) e articoli di abbigliamento, anche in pelle e in pelliccia (-71,9%). In aumento soltanto le esportazioni di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+16,7%).
I paesi che contribuiscono maggiormente alla caduta dell’export sono
Francia (-45,9%),
Germania (-34,3%),
Stati Uniti (-43,4%), Svizzera (-44,0%), Spagna (-46,1%) e Regno Unito (-40,8%).
Nei
primi quattro mesi del 2020 la flessione tendenziale dell’
export (-11,8%) è dovuta in particolare al calo delle vendite di macchinari e apparecchi (-20,2%), autoveicoli (-31,0%), metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (-12,2%).
OPer effetto del rallentamento dell'interscambio, ad aprile, si è registrata una nuoca caduta dei prezzi all’import ( -2,7% su marzo e -8% su aprile 2019) dovuta principalmente ai ribassi dei prezzi dei beni energetici nell’area non euro (-22,2% sul mese, -48,2% sull’anno). Positiva la dinamica dei prezzi all’import dei beni di consumo durevoli in entrambe le aree, euro e non euro.