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Corte UE accoglie ricorso Vivendi contro Legge Gasparri. Mediaset vola in Borsa

La decisione apre alla possibilità che i francesi possano riavviare il tentativo di scalata bloccato dall'AgCom

Finanza
Corte UE accoglie ricorso Vivendi contro Legge Gasparri. Mediaset vola in Borsa
(Teleborsa) - Sentenza storica della Corte Europea, che ha bocciato la Legge Gasparri sulla pluralità dell'informazione, stabilendo che viola le norme europee, in particolare l'articolo 49 del Trattato UE. Una decisione che apre di fatto alla contendibilità di Mediaset, sulla quale il colosso francese Vivendi aveva a suo tempo avviato un tentativo di scalata raggiungendo una quota del 28%.

Una sentenza che farà discutere in ambienti economici e politici, ma che è stata accolta con euforia in Borsa, dove le azioni della media company di Cologno Monzese sono balzate del 4,65%. La decisione infatti apre alla possibilità che i francesi si riapproprino dell'intera partecipazione in Mediaset, che nel frattempo era stata congelata in un Trust, la Simon Fiduciaria, riducendo i diritti di voto di Vivendi sotto la soglia del 10%, secondo quanto richiesto dall'AgCom.

La Corte di Stasburgo, accogliendo il ricorso presentato da Vivendi, presentato nell'ambito dell'operazione MediaForEurope, già bocciata dalle corti spagnola ed olandese, ha stabilito che la Legge Gasparri, che innova il Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici (Tusmar), è contraria al diritto dell'Unione Europea. Una conclusione cui la suprema corte è pervenuta ritenendo che "tale disposizione costituisce un impedimento vietato al diritto di stabilimento in quanto non è idoneo al raggiungimento dell'obiettivo di proteggere il pluralismo dell'informazione".

La Corte, ritenendo che la legge in questione "definisce in modo troppo restrittivo il perimetro del settore delle comunicazioni elettroniche", escludendo ad esempio "i servizi al dettaglio di telefonia mobile o altri servizi di comunicazione elettronica collegati ad Internet nonché i servizi di radiodiffusione satellitare", stabilisce che la disposizione italiana "fissa soglie che non hanno alcuna relazione con il rischio al pluralismo dei media, poiché tali soglie non consentono di stabilire se e in quale misura un'impresa possa effettivamente influire sul contenuto dei media, non presentano un nesso con il rischio che corre il pluralismo dei media".

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