(Teleborsa) -
Sarà ora possibile conoscere la provenienza delle derrate alimentari importate dall'Italia, grazie ad una norma inserita nel
Dl Semplificazioni e caldeggiata dalle associazioni degli agricoltori, che rende
trasparente l'informativa sui flussi agro-alimentari.
Una notizia accolta molto positivamente dalla
Coldiretti, associazione che rappresenta gli agricoltori italiani, che parla di un "
risultato storico" raggiunto grazie alla battaglia della trasparenza che ha portato avanti sino ad oggi. Un provvedimento importante che
si affianca all'etichettatura obbligatoria che è già in vigore in Italia per molti prodotti e che la Coldiretti chiede di estendere in ambito Ue a tutto l’agroalimentare.
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Cade il segreto di Stato sui cibi stranieri che arrivano in Italia e sarà finalmente possibile conoscere il nome delle aziende che importano gli alimenti dall'estero, dai quali dipende ben l’84% degli allarmi sanitari scattati in Italia nel 2019", commenta l'associazione.
Nel 2019 in Italia - ricorda Coldiretti - è scoppiato
più di un allarme alimentare al giorno per un totale di ben 371 notifiche inviate all’Unione Europea tra le quali solo 58 (16%) hanno riguardato prodotti con origine nazionale, mentre 162 provenivano da altri Paesi dell’Unione Europea (43%) e 151 da Paesi extracomunitari (41%), secondo uno studio della Coldiretti sui dati del Rassf.
"Il decreto – spiega l'associazione - prevede che il
Ministero della Salute renda disponibili, ogni sei mesi, attraverso la pubblicazione sul sito internet nella sezione “Amministrazione trasparente” tutti i dati relativi ad alimenti, mangimi e animali destinati al consumo in arrivo dalla Unione e dai Paesi extracomunitari. Inoltre, saranno resi noti anche i dati identificativi degli operatori che abbiano effettuato le operazioni di entrata, uscita e deposito dei suddetti prodotti".
Per tutti i cittadini sarà dunque possibile accedere alle
informazioni relative alla reale origine dei prodotti che portano in tavola. . "Una misura – conclude Coldiretti - finalizzata a distinguere il vero made in Italy e a garantire scelte di acquisto consapevoli".
(Foto: Tibor Janosi Mozes / Pixabay)