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Unione Petrolifera, crisi ha determinato crollo domanda energia e petrolio

Buone notizie sul fronte della fattura energetica e petrolifera, ma ne risente il gettito e gli investimenti sono crollati

Economia
Unione Petrolifera, crisi ha determinato crollo domanda energia e petrolio
(Teleborsa) - La pandemia di Covid-19 ha provocato un crollo dei consumi petroliferi e della domanda di energia, che si è riflesso positivamente sulla fattura petrolifera ed energetica e negativamente sul gettito prodotto dalle accise. Lo conferma Unione Petrolifera, l'associazione che rappresenta le compagnie del settore, nella relazione 2019-2020, presentata nel corso dell'assemblea annuale.

Giù la domanda di energia, per effetto della crisi pandemica e del lockdown. Per il 2020 si prevede una domanda in calo del 6% rispetto allo scorso anno, il più forte degli ultimi 70 anni. A farne le spese sono soprattutto i prodotti petroliferi.

La più recenti previsioni indicano per il 2020 un calo dei consumi petroliferi di circa 9 milioni di tonnellate (-15%) ed in particolare 3,4 milioni di tonnellate in meno di gasolio, 1,2 milioni in meno di benzina e 3 milioni in meno di carboturbo. Una contrazione che trova risconto anche a livello internazionale - sottolinea UP - e che colpisce soprattutto i margini della raffinazione, con un calo dei prezzi ei prodotti finiti, mentre il prezzo del greggio, per effetto degli accordi dell'Opec Plus, si è mantenuto stabile in un range di 40-45 dollari dopo un primo crollo a marzo.

Il crollo dei consumi petroliferi fa però scendere anche la fattura petrolifera, ovvero il costo che l'Italia sostiene per l'approvvigionamento di greggio. Per il 2020 si stima un calo di 9,7 miliardi di euro rispetto allo scorso anno, a tassi di cambio e quotazioni petrolifere invariate. Un dato positivo - segnala UP - è invece la ripresa della produzione nazionale di greggio che ha portato 1,3 miliardi di euro di risparmio.

Sul fronte gettito, dato il crollo due consumi, le accise porteranno in cassa minori entrate per 4 miliardi di euro rispetto al 2019, cui si aggiungono altri 2 miliardi in termini IVA.

Nota negativa anche dal lato investimenti, attesi ridursi di un terzo rispetto al 2019 (155 miliardi di dollari in termini assoluti), è crollare del 58% rispetto al picco del 2014 (-451 miliardi di dollari).

(Foto: © Amikishiyev / 123RF)
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