(Teleborsa) - Altra giornata no per le
criptovalute, che continuano a scivolare a causa della
maggiore avversione al rischio degli operatori, per i
timori di una impennata inflazionistica trainata dalle materie prime e di una possibile
stretta delle banche centrali. L'abbondaza di liquidità di wuesto periodo di crisi, infatti, era stato uno degli elementi che aveva gtrainato il rally precedente.
In questo quadro sembra esser definitivamente
scemata l'infatuazione dei grandi investitori per le valute elettroniche, mentre
nuovi vincoli vengono posti dalle autorità allo scambio di questi asset.
Dura la reazione del mercato che ha spinto al ribasso il
Bitcoin sino ad un minimo di
38.717 dollari, per poi riportare le quotazioni a b. Volumi forti per oltre 70 miliardi di dollari, mentre la capitalizzazione del mercato è crollata a 845 miliardi di dollari.
Stessa sorte per l'
Ethereum, seconda criptovaluta per ordine di importanza, che
cede oltre il 16% a 2.956 dollari. Non si salva il
Dogecoin, che nei giorni scorsi si era affrancato dalle vendite, con una
perdita del 15% a 0,4202 dollari.
A pesare sul mercato concorre la
speculazione al ribasso esercitata da alcuni tweet del patron di
Tesla,
Elon Musk, che era stato fra i maggiori artefici del rialzo precedente del Bitcoin.
Ai suoi commenti si sono aggiunte le
restrizioni della Cina alle transazioni di criptovalute e l'avvertimento sulla natura speculativa di questo asset.
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