(Teleborsa) - La
Corte dei Conti ha definito "promettenti" gli interventi contenuti nella
manovra di bilancio del Governo. Nel documento preparato per l'
audizione di fronte alle Commissioni riunite Bilancio di Senato e Camera, la magistratura contabile ha valutato come la manovra finanziaria sia "di dimensioni consistenti", sottolineando che "gli
interventi sul fronte della spesa sono numerosi (172), ma molto concentrati sia come obiettivi che come dimensione finanziaria".
"Sul fronte delle
entrate alla riduzione della
pressione fiscale va circa l’80 per cento dell’importo – si legge nella memoria – anche se l’indeterminatezza delle caratteristiche che dovrà assumere la riduzione del
prelievo e il non ancora chiaro riferimento con il progetto di riforma fiscale non consentono di valutarne la effettiva coerenza con il disegno complessivo". "Nella selezione degli interventi sembra aver giocato un ruolo importante, quindi, la loro capacità di produrre effetti significativi sulla produttività totale dei fattori e di incidere su quei vincoli che hanno fortemente connotato in senso negativo la performance economica degli ultimi vent’anni", prosegue il documento.
Per la Corte dei Conti la manovra per il triennio 2022–24 "conferma l’intenzione del Governo di accompagnare il forte
stimolo al rilancio dell’economia fornito dall’attuazione del
PNRR con ulteriori risorse di bilancio. Un impulso che negli obiettivi programmatici ci si propone di mantenere almeno fino a quando non saranno recuperati i livelli di
prodotto e di
occupazione persi a seguito della
crisi".
Per quel che riguarda le scelte operate nella definizione degli interventi sul fronte della spesa per
prestazioni sociali (pensioni, assistenza, ecc.), la Corte dei Conti ha rilevato che "sembrano confermare, pur nell’attenzione alle esigenze di flessibilità e gradualità di breve periodo, gli aspetti fondamentali dei processi di
riforma degli ultimi lustri, riforme che rappresentano pietre angolari della sostenibilità dei conti pubblici". "Soprattutto nei paesi ad elevato debito, crescita economica e graduale riequilibrio della finanza pubblica sono due facce della stessa medaglia", ha aggiunto.
"Andrà valutato nel prossimo futuro – si conclude la memoria – se l’imponente lievitazione di
spesa per
investimenti non darà luogo a pressioni sulla
spesa corrente più consistenti di quelli che si riscontrano nel triennio 2022-24. E, in secondo luogo ma non meno importante, in che misura la maggiore crescita attesa potrà essere effettivamente sufficiente a finanziare sia i più elevati strutturali livelli di spesa corrente prospettici, sia gli inevitabili sforzi che dovranno essere compiuti per rientrare, pur se con gradualità, dall’enorme livello di
debito fin qui accumulato".