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Gas naturale, stop dei flussi da uno dei punti di accesso in Ucraina: oscillano i prezzi

Economia
Gas naturale, stop dei flussi da uno dei punti di accesso in Ucraina: oscillano i prezzi
(Teleborsa) - Prezzi del gas in rialzo negli scambi mattutini sul mercato di Amsterdam, dopo l'annuncio dell'Ucraina di uno stop al transito di gas russo verso i paesi Ue attraverso uno dei due punti d'ingresso, quello di Sokhranivka, sostenendo che il gas potrebbe essere reindirizzato verso la stazione d'ingresso di Sudzha. Nelle contrattazioni iniziali il gas naturale è salito del 3% a 101,68 euro al MWh mentre successivamente i futures sul gas in prima consegna hanno cambiato segno e si sono attestati in ribasso dello 0,32%, a 98,485 euro per MWh.

L’Ucraina aveva annunciato nei giorni scorsi una sospensione dalle prime ore della mattina dell'11 maggio del flusso di gas attraverso il punto di transito che fornisce quasi un terzo del metano destinato a Slovacchia, Ungheria, Austria, Romania e Italia. Da questa rotta passano circa 32,6 milioni di metri cubi di gas al giorno destinati all’Europa. La colpa secondo GTSOU, il gestore di Kiev, sarebbe di Mosca e della difficoltà negli approvvigionamenti "poiché le forze di occupazione interrompono le operazioni". Quello di Sokhranivka è un tratto molto delicato perché il metano passa per il territorio della regione separatista di Lugansk, area del Paese al centro delle operazioni militari in questi giorni.

Gli ucraini hanno sostenuto la tesi della "forza maggiore" inserita nei contratti come clausola da esercitare quando si verifica un evento al di fuori del proprio controllo. Il gestore ucraino ha infatti dichiarato di non poter operare nella stazione di compressione del gas di Novopskov, nella regione di Lugansk, a causa "dell’interferenza delle forze di occupazione nei processi tecnici", aggiungendo che potrebbe spostare temporaneamente il flusso interessato al punto di interconnessione fisica "Sudzha", situato nel territorio controllato dall’Ucraina.

Gazprom ha negato però questa evenienza, affermando che è "tecnologicamente impossibile" spostare tutti i volumi e non ci sono certo pericoli che consiglierebbero di farlo. Di sicuro c'è che la stazione di compressione di Novopskov è stata occupata dalle forze russe e da combattenti separatisti appena qualche giorno dopo l’inizio delle operazioni militari russe.







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