(Teleborsa) - "Col gas a 315 euro a MWh la
filiera agroalimentare, che sta continuando ad operare nell’interesse del Paese sotto una pressione estrema e con perdite sempre maggiori,
rischia seriamente di fermarsi". Questo l'allarme lanciato da
Luigi Scordamaglia, Consigliere Delegato di
Filiera Italia.
"Tutti i comparti sono importanti - sottolinea - ma se a fermarsi fosse la nostra filiera, che nel complesso
vale 570 miliardi di euro di fatturato (25% del PIL nazionale) e impiega 4 milioni di dipendenti, la situazione diventerebbe davvero critica".
E non si esclude una
carenza sugli scaffali di alcuni prodotti giacché - afferma - allevatori ed industria alimentare "stanno operando con perdite sempre più ingenti per i
costi energetici esplosi e senza limite in vista", tanto che "non si parla più di erosione dei margini (da tempo in negativo), ma di possibile stop alla produzione con problemi di approvvigionamento sul mercato interno e sulle nostre esportazioni".
"I partiti impegnati nella campagna elettorale prendano atto della gravità e straordinarietà della situazione, e diano trasversalmente pieno
mandato al Governo ancora in carica per fornire energia e gas ad un
prezzo calmierato alle filiere essenziali - a cominciare da quella agroalimentare - e per negoziare con il sostegno di tutti a Bruxelles un price cap europeo subito", sollecita Scordamaglia.