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ENPAIA, Piazza: "Agricoltura settore resiliente ma dalla politica servono scelte coraggiose"

L'intervista al presidente della Fondazione Enpaia in occasione del Forum Enpaia 2022

Agroalimentare, Economia, Welfare
ENPAIA, Piazza: "Agricoltura settore resiliente ma dalla politica servono scelte coraggiose"
(Teleborsa) - "Negli ultimi due anni l'agricoltura ha riaffermato la centralità nell'economia, concorrendo notevolmente ad attenuare la recessione. In tale direzione, il settore agricolo sta raccogliendo a pieno titolo la sfida della sostenibilità divenuta prioritaria, a maggior ragione dopo la pandemia, unitamente alla funzione sociale che gli italiani ritengono appartenga all'agricoltura: essere un baluardo per l'approvvigionamento di cibo nelle emergenze che in futuro potrebbero insorgere e, più in generale, per la nostra sovranità alimentare". È quanto ha affermato il presidente della Fondazione Enpaia, Giorgio Piazza, intervistato a margine del Forum Enpaia 2022.

In occasione del Forum Enpaia 2022 è stato presentato il secondo numero dell'Osservatorio Enpaia-Censis "L'agricoltura italiana nelle nuove sfide". Quali le principali evidenze emerse?


"La prima è che l'agricoltura è un settore molto vivo, resiliente, che anche durante il lockdown e il seguente sviluppo della pandemia ha dato grandi risultati dal punto di vista dell'incremento del PIL. Si tratta, quindi, di un settore che può essere strumento di aiuto alla crescita del nostro Paese se la politica avrà il coraggio di fare alcune scelte fondamentali e dare una mano alle nostre imprese visto che produciamo cibo".





In vista delle elezioni qual è l'appello che fa Enpaia alla politica?

"È un appello a considerare l'agricoltura non come un settore marginale ma come un settore a pieno regime all'interno delle attività produttive del nostro Paese. Chiediamo, inoltre, una grande dote di coraggio su due temi fondamentali. Il primo è quello energetico: serve il coraggio di liberalizzare fino a un certo limite la produzione di energia in modo di evitare tutta la trafila burocratica. Il secondo riguarda la necessità di andare in Europa a difendere il nostro cibo, la nostra storia, la nostra identità, evitando tutte le fughe in avanti su concetti legati alla qualità del cibo, penso, ad esempio, al nutri score e, guardando al prossimo futuro, al tema dei cibi sintetici. Sicuramente noi staremo con chi difenderà la tradizione della produzione naturale e biologica del nostro Paese".
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