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Auto Euro 7, si sfalda il fronte dei no. Salvini: "Italia contraria"

Economia
Auto Euro 7, si sfalda il fronte dei no. Salvini: "Italia contraria"
(Teleborsa) - Si sfalda il fronte anti Euro 7 in Europa: all'incontro convocato dal Ministro dei Trasporti ceco Martin Kupka erano presenti solo otto Paesi e non dodici come inizialmente preventivato. Si sono defilati quattro Paesi, fra cui la Francia e la Spagna, contrari ad opporsi ad oltranza sia all'applicazione delle norme più stringenti previste da Euro 7, che prevede una riduzione più drastica delle emissioni di ossidi d'azoto, di particolato, d'ammoniaca, e di altri inquinanti dannosi per la salute, sia allo stop ai motori endotermici previsto per il 2035, che ha fatto flop all'ultimo consiglio europeo..

Sono rimasti in campo solo otto Paesi, in testa l'Italia e la Germania, assieme ad altri paesi come Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia e Ungheria, che si oppongono sia al passaggio all'Euro 7 sia allo stop ai motori a scoppio di tipo tradizionale, ritenendo che l'investimento in una transizione troppo accelerata sia ingiustificatamente gravoso per l'industria. La Germania, in particolare, porta avanti la sua battaglia per gli e-fuels, cioè i carburanti sintetici green, ed una volta ottenuto lo "sconto" abbandonerà il fronte dei no.

L'Italia, fra i più convinti sostenitori del no allo stop alle auto a motore tradizionale entro il 2035, si troverà così a capitanare un gruppetto di Paesi sovranisti ed oltranzisti che contestano più in generale all'implementazione del Green Deal, dalle auto verdi alle case green. Lo ha fatto chiaramente capire il Ministro dei trasporti Matteo Salvini al termine dell'incontro. "Il Governo italiano è fortemente contrario al regolamento sull’Euro 7”, ha dichiarato Salvini, che si è detto anche "contrario al dossier CO2 per i veicoli leggeri e pesanti, a meno che non rientrino i biocarburanti e i sintetici e-fuels". Una scelta - ha spiegato - motivata dalla necessità di "tutela di cittadini, posti di lavoro e aziende" perché la transizione ecologica non va "imposta per legge da Bruxelles sulla testa e sul portafoglio degli italiani, sulla loro casa, sulla loro auto dalla sera alla mattina".

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