(Teleborsa) - Sono sempre di più le famiglie in difficoltà nel trovare badanti, baby sitter e colf: servono fino a
23 mila lavoratori domestici non comunitari in più all'anno per rispondere ai bisogni di una popolazione sempre più anziana, secondo le stime di Assindatcolf - l'associazione dei datori di lavoro domestico - che chiede al governo di
tenere conto di queste esigenze nella programmazione annuale dei decreti flussi.
Una ricerca, realizzata per l'associazione dal centro studi e ricerche Idos e presentata alla Camera, prevede che sempre più persone avranno bisogno, per l'assistenza familiare, di personale di Paesi extra Ue: nel 2025 saranno oltre 1.400.000 i datori di lavoro che vi punteranno, dai circa 1.328.000 del 2022. In 687 mila necessiteranno di badanti e 715 mila di colf e altri profili.
A partire da questi numeri, lo studio calcola un fabbisogno di manodopera aggiuntiva che oscillerebbe, nel triennio 2023-2025, tra 74 mila lavoratori, nell'ipotesi mediana, e
89 mila lavoratori, nell'ipotesi massima, che tiene conto anche di quanti colf e badanti che andranno in pensione nel frattempo.
Al netto dei lavoratori di paesi dell'Unione europea, il fabbisogno di manodopera aggiuntiva non comunitaria si attesta tra circa 57 mila e 68 mila persone per l'intero triennio, per una media annua di 19-23 mila nuovi inserimenti dall'estero. Del resto su 961 mila lavoratori domestici regolari nel 2021, 672mila erano stranieri (circa il 70%) e tra di loro 514 mila provenivano da paesi non comunitari. A questi si aggiungono quelli degli irregolari.
E' allo studio "
un abbassamento delle tasse affinché si ottenga l'emersione del lavoro nero nel settore dei lavoratori domestici", ha detto il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon.