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AdR, Troncone: "Al lavoro per disegnare l'aeroporto del futuro"

L'intervista all'ad di Aeroporti di Roma in occasione dell'evento "Trasporti: nel cuore dell'economia 2023"

Economia, Trasporti
AdR, Troncone: "Al lavoro per disegnare l'aeroporto del futuro"
(Teleborsa) - "È necessario definire un percorso che renda compatibile lo sviluppo della connettività a livello planetario e la tutela dell'ambiente". È quanto ha detto l'amministratore delegato di Aeroporti di Roma (AdR), Marco Troncone, intervenendo questa mattina all'evento del Sole 24 Ore "Trasporti: nel cuore dell'economia 2023" organizzato presso il Terminal 5 dell'aeroporto di Fiumicino. Troncone ha quindi sottolineato come, in questa ottica, Adr sia stata promotrice del "Patto per la decarbonizzazione del trasporto aereo" presentato anche a Bruxelles presso il Parlamento europeo, che "ha l'obiettivo di identificare le soluzioni tecnologiche disponibili e definire le tappe del percorso verso un'aviazione a zero emissioni, affiancate da realistiche proposte di policy, per raggiungere gli sfidanti obiettivi definiti dall'Europa". "Il nostro obiettivo strategico – ha aggiunto Troncone – è fare un passo ulteriore sulla qualità e sul servizio. Abbiamo raggiunto le 5 stelle Startrack, entrando un un'élite globale. Il passo ulteriore è provare a disegnare e definire quali sono gli standard di eccellenza del futuro. Dobbiamo immaginarci nuovi processi aeroportuali e un nuovo utilizzo di tecnologie, con un aeroporto più automatizzato, più sicuro, dove anche i processi di sicurezza vanno ripensati profondamente, per avere un aeroporto più funzionale, più godibile e accogliente''.




L'aeroporto di Fiumicino è un hub per l'innovazione nel futuro dei trasporti. Quali novità su questo fronte?

"Sì è un'hub che intende porsi un po' al centro anche del processo di trasformazione del nostro settore sia aeronautico, sia della mobilità nazionale in generale. Lo intende fare attraverso una logica di crescita e di sviluppo sostenibile. Noi abbiamo un futuro certo di crescita dei
nostri flussi, soprattutto intercontinentali, in Italia e in particolare a Roma, che proverranno dalle economie emergenti non solo dalle economie mature come sta accadendo adesso a Nord America. Un futuro di crescita che verrà, ad esempio, da tutto il sud est asiatico. Noi a questa opportunità rispondiamo con crescita ma necessariamente anche trasformandoci, innanzitutto, per rendere idoneo il nostro sistema alle esigenze della lotta al cambiamento climatico. Stiamo trasformando il nostro aeroporto in un aeroporto a emissioni zero e stiamo cercando di predisporre i presupposti chiave per far sì che il carburante per l'aviazione sostenibile, il cosiddetto SAF, possa effettivamente essere disponibile a costi competitivi. Stiamo cercando anche di trasformare l'assetto aeroportistico in una logica di integrazione e di intermodalità. Il nostro aeroporto è un aeroporto che serve una grande città ma è anche un aeroporto che può e deve sempre di più svolgere un ruolo di hub e dunque essere al servizio dell'intero di territorio nazionale e, possibilmente, anche essere a
servizio di tante economie che girano intorno all'Italia – i Balcani, il Nord Africa, il Middle East – e quindi può essere davvero un elemento di grande competitività internazionale. Per il ruolo di hub nazionale stiamo lavorando in una logica di intermodalità: dove non arriva l'aereo, dove non potrà più arrivare l'aereo per questioni di sostenibilità ambientale, ma anche economica, dovrà arrivare il treno. Stiamo lavorando alacramente in una logica di sistema con Ferrovie dello Stato, con Ita Airways e con tanti altri vettori proprio per un'integrazione piena del modo treno con il modo aereo: da Firenze, da Bologna, da Venezia, da Napoli, sarà possibile, sempre di più in modo integrato, viaggiare con un trasporto treno direttamente nella stazione di Fiumicino e poi verso la propria destinazione di lungo raggio
con un aereo. È qualcosa di nuovo che parla di competitività dal momento che oggi circa l'80% dei flussi che provengono da queste città italiane devono utilizzare un altro hub europeo per raggiungere la propria destinazione di lungo raggio. Intensificare l'offerta intermodale vuol dire, dunque, recupero di competitività

Nel 2021 l'aeroporto di Fiumicino è stato il primo a rendere disponibile il SAF. Ancora nulla sul fronte degli incentivi pubblici?

"Non esiste ancora una politica di incentivi in questo senso. È necessaria, prima di tutto, una politica industriale che dia chiarezza
delle coerenze – se vi sono, altrimenti andranno create – tra quello che il sistema produttivo nazionale e anche internazionale sarà in grado di erogare come quantità di SAF con quello che, invece, dall'alto verso il basso l'Europa con i suoi mandati ci impone di inserire.
Adesso le ultime negoziazioni hanno portato gli obblighi di utilizzo SAF al 6% al 2030: 6% sui milioni di tonnellate di Jet Fuel che il sistema
richiede vuol dire grandi quantità. Bisogna capire se industrialmente il nostro sistema sarà in grado di rendere disponibili queste quantità. In seconda battuta bisognerà definire a che costo sarà disponibile. Oggi come oggi il costo del SAF è 3-4 volte tanto il costo del fuel tradizionale: è un elemento di incremento costo che non tutte le linee aeree potranno sopportare e che non potrà essere integralmente scaricato sul costo dei biglietti senza impattare sulla sulla domanda. Non dobbiamo rischiare un incremento dei costi di viaggio tale da sopprimere, mortificare, la domanda. Un incremento che potrebbe dare atto a un circolo vizioso in cui il sistema riesce a generare sempre meno risorse per sé. È qui che una logica di incentivazione deve intervenire: dunque un intervento pubblico a beneficio del pubblico per far sì che la transizione possa essere sostenibile e mai a detrimento della crescita".





















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