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Mar Rosso, aumentano i timori sul fronte energia: stop del Qatar a 5 navi Gnl

Economia
Mar Rosso, aumentano i timori sul fronte energia: stop del Qatar a 5 navi Gnl
(Teleborsa) - La crisi nel Mar Rosso impatta anche il settore dell'energia. Almeno 5 navi per il trasporto di gas liquefatto dal Qatar hanno interrotto il viaggio. Tre di queste erano dirette in Europa mentre decine di navi cisterna con a bordo petrolio e carburanti sono ferme in alto mare o stanno cambiando rotta, per evitare il passaggio in una zona che sta diventando sempre più rischiosa. "Non possiamo sottovalutare la possibilità che questa tensione nel Mar Rosso abbia delle conseguenze, che per il momento non sembrano esserci ma le potrebbe avere nelle prossime settimane sui prezzi dell'energia di conseguenza sull'inflazione", ha affermato il commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni, arrivando all'Eurogruppo.

"Oggi stiamo discutendo delle prospettive economiche dell'eurozona ed è una discussione importante perché è la prima discussione all'inizio dell'anno e perchè di fronte a un contesto di crescita molto molto bassa si stanno verificando alcuni rischi dal punto di vista geopolitico. Il principale dei quali è il rischio delle tensioni provocate dagli Houthi nel Mar Rosso", ha aggiunto.

La situazione nel Mar Rosso è infatti tutt’altro che rassicurante. Ai ripetuti attacchi degli Houthi contro le navi di passaggio – che hanno già fatto crollare il traffico delle portacontainer – si è aggiunta la dura reazione militare di Stati Uniti e Gran Bretagna, che per fermare i guerriglieri sciiti hanno colpito più volte obiettivi in territorio yemenita. Un’escalation che da sola potrebbe giustificare un aumento dei prezzi delle materie prime, attraverso quello che si chiama “premio geopolitico”.

Le preoccupazioni restano. La crisi rischia infatti di compromettere la disponibilità di combustibili e far impennare i prezzi anche se per il momento sta sollevando una reazione molto tiepida sui mercati. Il gas in particolare ha iniziato la settimana addirittura con un ribasso di circa il 5% , scambiando poco sopra 30 euro al Megawattora al Ttf, vicino ai minimi da agosto. Le quotazioni del greggio, molto volatili negli ultimi giorni, hanno avviato la seduta in rialzo per poi virare in negativo: il Brent ha perso circa mezzo punto percentuale, intorno a 77 dollari al barile.

Oltre alle vicende geopolitiche hanno un ruolo anche altri fattori di influenza. Da un lato ci sono le politiche delle banche centrali, che gli investitori continuano nonostante tutto a considerare orientate a ridurre i tassi di interesse. Dall’altro a rassicurare sono i fondamentali: per il gas in particolare la domanda si mantiene moderata (nonostante il freddo intenso) e le scorte sia in Europa che in Asia sono molto alte per questo periodo dell’anno.


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