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Dis, Belloni: "Nel 2024 76 paesi al voto, rischi interferenze"

Presentata la "Relazione sulla politica dell'informazione per la sicurezza"

Economia
Dis, Belloni: "Nel 2024 76 paesi al voto, rischi interferenze"
(Teleborsa) - "Nel 2024 76 Paesi del mondo, pari alla metà della popolazione mondiale, andrà al voto e ci sono rischi di interferenze e condizionamenti dei processi elettorali attraverso la minaccia ibrida". È quanto ha affermato la direttrice del Dis, Elisabetta Belloni, nel corso della presentazione della "Relazione sulla politica dell'informazione per la sicurezza" relativa all'anno 2023, curata dal Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica. La relazione è stata illustrata oggi nella sede dei servizi di piazza Dante alla presenza dell'Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Alfredo Mantovano, dei direttori delle Agenzie, Elisabetta Belloni (Dis), Giovanni Caravelli (Aise) e Mario Parente (Aisi) e del presidente del Copasir, Lorenzo Guerini.

La Russia – si legge nella relazione – è il Paese più attivo (seguito dalla Cina) in campagne ibride
"in danno dell'Italia e dell'Occidente intero", attraverso spionaggio, attacchi cyber, disinformazione, sfruttamento in chiave destabilizzante dei flussi migratori. Mosca ha anche cercato di ostacolare le iniziative italiane ed europee di diversificazione energetica e di introduzione del price cap sul gas russo con propaganda "atta a inquinare l'informazione verso il grande pubblico circa l'andamento dei prezzi dell'energia". L'attenzione dell'intelligence è rivolta ora ai prossimi eventi che catalizzeranno campagne disinformative: le elezioni europee di giugno, la presidenza italiana del G7, l'uscita dalla Via della seta.

"Nei canali social filorussi c'è stato il tentativo di assecondare l'idea che la protesta dei trattori derivasse dal sostegno dell'Italia all'Ucraina. Il compito dell'intelligence – ha sottolineato Mantovano – non deve essere e mai sarà quello di controllare i contenuti e le idee pubblicate on line; ciò su cui i servizi si concentrano è la verifica della genuinità e tracciabilità delle informazioni in rete e soprattutto della veridicità dei profili social, le dinamiche di creazione di contenuti senza distorsioni da parte di attori che hanno obiettivi di destabilizzare i processi informativi e democratici. In questa ottica – ha aggiunto – auspico che nella campagna per le Europee non si perda mai di vista il profondo senso di comune appartenenza alla nostra Nazione".

"L'intelligence ha anche il compito di analizzare le sfide in termini di opportunità per mantenere la competitività nel contesto internazionale – ha aggiunto Belloni –. E siccome la sicurezza nazionale è frutto di una serie di fattori interconnessi e che vanno analizzati e sintetizzati per consentire al governo di compire le scelte adeguate" va ricordato che negli ultimi anni "il commercio internazionale ha subito una frenata" con la "continua diminuzione del libero scambio. Abbiamo assistito – ha aggiunto Belloni – alla restrizione nel commercio, a causa del Covid, degli effetti del cambiamento climatico, delle crisi dal Medio Oriente all'Ucraina, agli attacchi cyber. Tutti fattori destabilizzanti che fanno parte della trasformazione della globalizzazione".

"Nel dossier che sarà diffuso – ha spiegato Belloni – abbiamo cercato di rispondere alle sfide, illustrando una relazione da cui dovrebbe emergere la complessità del concetto di sicurezza nazionale e abbiamo fatto una scelta di rendere la relazione annuale il più possibile fruibile". Le aree di crisi principali sono l'Ucraina ed il Medio Oriente. Dall'analisi delle guerre – ha sottolineato Belloni – "emerge chiaramente una competizione globale sempre più accesa" da cui deriva la "riflessione per mettere in atto politiche di de-risking che devono comportare uno sguardo attento al continente africano, nel contesto il Piano Mattei".

"Dobbiamo darci strumenti – ha auspicato Guerini – per ricercare una reazione efficace alla disinformazione, tenendo conto dell'esigenza di non censurare, ma considerando anche che ci sono luoghi di attacco nella formazione delle nostre opinioni pubbliche". Nel complesso, comunque, rassicura la relazione, "l'Italia e, più generalmente, i Paesi occidentali continuano a dimostrare un buon livello di resilienza sia rispetto al condizionamento dell'opinione pubblica, sia sul versante economico e della tutela degli asset strategici".

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