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Def, Banca d'Italia: crescita PIL 2024 al +0,6% ma rischi al ribasso

Spesa 2023 per Superbonus cinque volte superiore a quella prevista

Economia
Def, Banca d'Italia: crescita PIL 2024 al +0,6% ma rischi al ribasso
(Teleborsa) - Secondo le rilevazioni della Banca d'Italia l'ammontare dei crediti d'imposta per Superbonus contabilizzati per competenza nei conti del 2023 – pubblicati da Istat a inizio aprile e pari a quasi 3,7 punti percentuali del PIL (77 miliardi) – è un valore di oltre cinque volte superiore a quanto il DEF 2023 prevedeva sarebbe maturato nell'anno. È quanto l'Istituto di via Nazionale ha sottolineato nel corso dell'audizione alla Commissione Bilancio della Camera sul Def.

Alla luce dell'esperienza del Superbonus, il Capo Dipartimento Economia e Statistica della Banca d'Italia, Sergio Nicoletti Altimari, ha quindi evidenziato che nell'introdurre nuovi schemi di incentivazione occorrerà "evitare di ripetere gli errori che hanno caratterizzato alcune misure recenti". Il bilancio pubblico infatti, ha aggiunto, sarà chiamato anche a "finanziare le transizioni digitale e verde" per le quali "sembra necessario rafforzare gli investimenti pubblici in innovazione, il sistema di incentivi alla ricerca e sviluppo e all'efficientamento energetico".

Quanto ai numeri sulla crescita dell'economia italiana, la Banca d'Italia ha sostanzialmente condiviso quelli inseriti dal governo – "gli andamenti macroeconomici delineati dal Def sono ricompresi nel ventaglio delle previsioni dei principali previsori collocandosi tra quelli più positivi" – e ha ribadito che "i rischi sulla crescita rimangono prevalentemente al ribasso". Nicoletti Altimari ha comunque definito "decisivo" il contributo dall'attuazione piena del PNRR per conseguire i tassi di sviluppo delineati dal governo. Secondo le stime della Banca d'Italia il PIL crescerà dello 0,6% quest'anno (0,8% il dato corretto per giorni lavorativi) e poco al di sopra 1% nel prossimo biennio (0,9% nel 2025 e 1,3% nel 2026 i dati corretti).

Il dirigente della Banca d'Italia si è poi concentrato sulla spesa sanitaria – "in rapporto al prodotto rimarrebbe sostanzialmente invariata fino al 2027 (intorno al 6,3 per cento)" aggiungendo che "in prospettiva, andranno tuttavia attentamente gestite le pressioni sulla spesa sanitaria che potranno derivare dell'evoluzione dall'invecchiamento della popolazione" – sulla proroga temporaneo del cuneo fiscale. Su quest'ultimo punto Nicoletti Altimari ha sottolineato che "accrescerebbe l'incertezza sull'evoluzione futura dei conti pubblici" mentre una sua conferma strutturale così come è creerebbe "distorsioni" nell'offerta di lavoro e comprometterebbe l'equilibrio tra entrate contributive e uscite. Con la proroga del cuneo fiscale, ha spiegato "il disavanzo sarebbe superiore rispetto a quello tendenziale di circa un punto percentuale di PIL in media d'anno nel triennio 2025-27 rimanendo al di sopra del 3% in tutti gli anni dell'orizzonte previsto".

Infine la Banca d'Italia ha sottolineato che da qui alla fine dell'anno i mercati si attendono una riduzione dei tassi di interesse da parte della BCE di 100 punti base, a partire da 25 punti base a giugno, se di consolida la fiducia di un calo dell'inflazione. "Nella riunione di aprile il Consiglio direttivo della BCE ha deciso di lasciare invariati i tassi di riferimento. Il Consiglio direttivo ha annunciato anche che l'attuale grado di restrizione della politica monetaria potrà essere ridotto qualora le prospettive di inflazione, la dinamica dell'inflazione di fondo e l'intensità della trasmissione della politica monetaria consolidino ulteriormente la fiducia che l'inflazione stia convergendo stabilmente verso l'obiettivo", ha spiegato Nicoletti Altimari.
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