Questi miracoli non sono divini, sono umani. Hanno quindi parecchi punti oscuri, anche inquietanti. Il sollievo quindi dovrà essere temperato e la soddisfazione disincantata.
La Fed che rinuncia al
tapering rinuncia anche a una
guidance più favorevole sull’occupazione. L’attesa della vigilia era di un tapering di 10 miliardi compensato da un abbassamento della soglia di disoccupazione che avrebbe determinato la fine della politica ultraespansiva. La soglia era al 6.5 per cento, si pensava che sarebbe stata abbassata al 6 e invece è restata al 6.5. È chiaro che nel
Fomc si è negoziato parecchio. Per un economista è molto più importante la soglia rispetto al tapering, ma per il mercato è il contrario. Il tapering era l’headline e la Fed lo sapeva benissimo.
La Fed ha mandato dunque un messaggio forte al mercato e uno sfumato agli economisti. Al mercato si è indicato il semaforo con la luce verde di nuovo accesa. Luce verde per l’azionario, ma soprattutto per i bond. Luce verdissima per gli emergenti, che recuperano contemporaneamente su cambio e corsi. Agli economisti si strizza l’occhio, facendo capire che l’abbassamento della soglia al 6 per cento ci sarà, state tranquilli, ma sarà per una delle prossime volte. Il mercato è già in estasi così, per adesso non serve strafare.
Dalla vicenda ricaviamo due lezioni. La prima è che una Fed trasparente è anche, per forza di cose, una Fed un po’ nevrotica. Una Fed che fa
mark to market sui dati, cambia quindi idea ogni volta che esce un dato migliore o peggiore del precedente e in più ci comunica questi cambiamenti di idee (lei l’ha fatto in queste settimane, è il mercato che si è fissato con i suoi 10 miliardi), una Fed così non si è dimenticata della regola aurea della politica monetaria, quella di pensare a 18-24 mesi e non agli ultimi 5 minuti. Non si è dimenticata, ma ha comunque il terrore del 1937, la paura della ricaduta. È una Fed che è pronta a sbilanciarsi davvero molto sul lato espansivo ed è pronta a sbagliare da questa parte pur di non sbagliare in senso restrittivo.
Buono a sapersi. La
put di Bernanke, la rete di protezione sotto i mercati e l’economia, è una
put at the money. La rete, cioè, non è qualche metro sotto i trapezisti, come al circo, ma è pochi centimetri sotto di loro. La
put della Yellen sarà ancora più vicina.
A ben guardare, tutta la nevrosi degli ultimi tre mesi, il tapering, l’inizio della stretta monetaria, la fine dei bond, il crollo imminente degli emergenti e poi il clamoroso contrordine di queste ore, tutto questo è successo per una crescita americana che doveva passare dal 2 al 2.5 e invece è restata al 2.
Questo porta però il mercato a un cortocircuito mentale un po’ inquietante. Se fra qualche settimana, finita la guerra politica che sta iniziando a Washington sulle note vicende, si vedrà di nuovo il 2.5 profilarsi all’orizzonte ricominceremo con il
tapering e le nevrosi?
(Nell'immagine: Paolo Uccello. Il miracolo dell’ostia profanata. 1467.)
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