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Schrebergarten

Questione greca e scontro di civiltà

Detto questo, ci sembra significativo che le prime reazioni (politica monetaria più espansiva, moralizzazione dei collocamenti con un limite nel rapporto tra prezzo e utili, conferma della strada delle riforme) stiano andando nella direzione giusta.

Quanto all’effetto del crash sull’economia cinese e su quella globale, bisogna ricordare che la ricchezza della classe media cinese è molto più in immobili che in borsa e che le quotazioni attuali, ammesso che tengano, sono comunque più elevate di quelle di un anno fa. Quanto agli acquisti a margine, che incorrono ora in perdite gravi, non va dimenticato che sono controparte di vendite allo scoperto. Su queste vendite qualcuno deve avere guadagnato. In parte, certo, sono gli investitori stranieri, ma in parte sono probabilmente anche le banche cinesi.

La Parzelle è la versione svizzera dello SchrebergartenPer quanto riguarda l’economia globale, non ricordiamo particolari entusiasmi e revisioni verso l’alto delle stime di crescita economica in Asia, Europa e America ai tempi del rialzo per cui non ci sembra giustificato ipotizzare adesso conseguenze devastanti del ribasso in corso. Nel medio periodo, ai fini della crescita globale, il fatto che la Cina si mantenga sulla strada delle riforme è molto più importante del crash di borsa.

Poiché le preoccupazioni non sono mai finite, se parleremo meno di Grecia finiremo col parlare di più anche di petrolio. La discesa in corso conferma la maggiore efficienza del mercato del greggio ai tempi dello shale oil rispetto al mercato monopolistico dei tempi dell’Opec. A 60 dollari si riattiva subito l’offerta, sotto i 50 la produzione viene subito ridotta.

Operativamente ci sembra razionale arrivare non troppo pesati alla scadenza di lunedì prossimo. Anche se un accordo ci sembra un po’ più probabile di una rottura, il ribasso nel caso infausto sarebbe molto maggiore del rialzo nel caso favorevole.


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