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Petrolio, una strada lunga e tortuosa per la produzione iraniana

Economia
Petrolio, una strada lunga e tortuosa per la produzione iraniana
(Teleborsa) - Il mercato del petrolio non ha ancora sentito realmente l'impatto dello storico accordo dell’Iran con le potenze mondiali, perché le sanzioni rimarranno in vigore anche nel 2016, mentre gli ispettori valuteranno tutta l’attività nucleare fin qui condotta di Teheran. Lo hanno comunicato alcune grosse banche internazionali come Citigroup, UBS Group e Commerzbank.

E’ certo quindi che l’Iran, quarto membro dell’OPEC, non raggiungerà i livelli di esportazione oltre i 500.000 barili al giorno, fino al prossimo anno, cioè fino a quando il suo programma nucleare non verrà verificato.

La nazione probabilmente sceglierà di aumentare gradualmente le proprie esportazioni anche a sanzioni in corso, piuttosto che rischiare una riduzione dei prezzi spinti da una gravosa eccedenza, come fa rilevare l'Agenzia internazionale per l'energia.

L'accordo tra l'Iran e le sei potenze mondiali, eliminerà le restrizioni economiche che hanno dimezzato le sue esportazioni di greggio, a condizione però che la nazione del Golfo Persico rimuova gli impianti nucleari e tagli significativamente le scorte di uranio.

Le sanzioni resteranno in vigore fino a quando gli osservatori internazionali non riporteranno, entro dicembre, il rispetto degli obblighi sottoscritti dall’Iran.

"In linea di principio, la revoca delle sanzioni, esclude qualsiasi aumento sostanziale dalla produzione petrolifera iraniana, ha detto Harry Tchilinguirian, strategist per le materie prime presso la filiale londinese di BNP. "Sarà una strada lunga e tortuosa prima che il petrolio iraniano torni sul mercato”.
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