Se questa volta si è deciso di provare ad agitare la bottiglietta di ketchup con più forza è perché, per il tramite della
Modern Monetary Theory, ci si è convinti che, con gli opportuni accorgimenti, si può fare salire l'inflazione senza fare salire i tassi (o facendoli salire meno dell'inflazione). È sufficiente chiedere alla banca centrale di comperare carta governativa in quantità illimitata ogni volta che i tassi salgono oltre un certo livello.
Facciamo però un passo indietro e torniamo al momento in cui proviamo la mattina a versare il ketchup sulle uova e questo non esce. Perché non esce?
Keynes aveva notato che i prezzi e i salari sono appiccicosi, non fluidi. Pure in presenza di una recessione e di un calo della domanda aggregata, prezzi e salari tendono a rimanere stabili per qualche tempo anche se questo si traduce alla fine in un aumento della disoccupazione che aggrava la recessione. Anche l'opposto però è vero. Prezzi e salari tendono a rimanere stabili, per qualche tempo, quando la domanda aggregata si riprende. Così facendo, accelerano la ripresa dell'occupazione e del ciclo economico in generale.
Da qualche mese i mercati, vedendo il
susseguirsi impressionante di misure espansive fiscali e monetarie, hanno interiorizzato il concetto di inflazione in arrivo e hanno adeguato al rialzo i pochi tassi che possono ancora influenzare, quelli a lungo termine. Le banche centrali hanno offerto spiegazioni eminentemente ambigue, dicendo con mezza bocca che l'inflazione è voluta e benvenuta e con l'altra mezza affermando che tutto va bene e non c'è niente da vedere, perché il rialzo dei prezzi sarà temporaneo e dovuto a un puro effetto base, ovvero al ribasso dei prezzi l'anno scorso a quest'epoca.
Dopo essersi spaventato e dopo avere accusato le banche centrali di essere dietro la curva, il mercato si è però gradualmente calmato per tre ragioni. La prima è che il posizionamento sulla parte lunga si è fatto più prudente e ha quindi assorbito meglio i primi dati che confermano la
ripresa dei prezzi (perfino superiore alle previsioni). La seconda è che il Tesoro americano, avendo raccolto molto nei mesi scorsi per approfittare dei tassi bassi, sta rallentando le emissioni. Il terzo, che è il motivo più profondo e strutturale, è che comincia a diffondersi la percezione che
l'aumento dell'inflazione sarà un processo lungo, a stop and go e con anche fasi di ripiegamento.
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