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dl Lavoro, dallo smart working alla decontribuzione delle badanti: le novità

Economia
dl Lavoro, dallo smart working alla decontribuzione delle badanti: le novità
(Teleborsa) - La proroga dello smart working, il trattamento fiscale dei fringe benefit e la detassazione dei contributi previdenziali pagati ai badanti. Sono queste alcune delle novità che arrivano con il dl Lavoro, attualmente all'esame della Commissione Affari sociali e sanità del Senato, pronto per l'approdo in Aula 13 o 14 giugno.

Smart working fino al 31 dicembre

Arriva ancora una proroga dello smart working nel privato - i lavoratori fragili e genitori con figli fino a 14 anni potranno mantenere questa modalità di lavoro sino al prossimo 31 dicembre - mentre nel pubblico impiego si sta ancora ragionando sulla proroga, perchè si sta ragionando sulle coperture e manca ancora il via libera del ministro della PA, Paolo Zangrillo.

Detassazione fringe benefit

Per i fringe benefit, cioè le misure di welfare aziendale riconosciute dalle aziende ai dipendenti, viene mantenuta una soglia esentasse di 3mila e solo per i lavoratori dipendenti con figli. E' stata però introdotta l’esenzione per la parte contributiva grazie ad uno stanziamento di 190 milioni di euro.

Decontribuzione per badanti

Arriva la detassazione dei contributi per i badanti. L’emendamento prevede l’esenzione al 100% dei contributi previdenziali, per un periodo di tre anni -dal 2023 al 2025 - e con un massimale di 3 mila euro, a favore di badanti neo assunte he assistono anziani non autosufficienti o in caso di trasformazione a tempo indeterminato (stabilizzazione) di un contratto di "lavoro domestico con mansioni di assistente a persona non autosufficiente con più di 65 anni".

Possibile rifiuto contratti a genitori con figli sotto 14 anni

I beneficiari dell’assegno di inclusione che abbiano figli minori di 14 anni d'età potranno rifiutare un contratto di lavoro a tempo indeterminato se supera gli 80 km o non è raggiungibile in 2 ore con i mezzi pubblici. Un emendamento che deroga alla norma generale secondo cui il beneficiario dell'assegno di inclusione è obbligato ad accettare un’offerta di lavoro a tempo indeterminato senza limiti di distanza.

Bocciato emendamento congruità retribuzione

Sempre in tema di assegno di inclusione, è stato bocciato, invece, l'emendamento relativo alla congruità dell'offerta di lavoro per gli occupabili, che scattava con un "salario minimo" di 9 euro.
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