(Teleborsa) - Mantenere lo status quo con una riconferma al Quirinale di Sergio Mattarella. Sembra che il segnale arrivato dalla sesta votazione per l'elezione del presidente della Repubblica, la seconda di oggi, non sia solo l'ennesimo escamotage attuato dai grandi elettori per "contarsi". Al termine della giornata, dopo il fallimento dell'opzione Elisabetta Casellati sponsorizzata dalla destra, sono stati
336 i voti per Mattarella, gli astenuti sono stati 445, le schede bianche sono state 106, 41 i voti per il pm Di Matteo, 9 per Casini 9, 8 Manconi, 5 i voti incassati da Draghi e Cartabia, Belloni 4, Amato 3, Casellati 2."Si invitano tutti a prendere atto della spinta che da due giorni e in modo trasversale in Parlamento viene a favore della riconferma del Presidente Mattarella" è il
messaggio lanciato dal Pd la cui segreteria non ha mai fatto mistero del proprio appoggio a una riconferma del presidente uscente. "Sergio Mattarella è un galantuomo, lo abbiamo votato sette anni fa e lo rivoterei anche domani, – ha commentato il
leader di Italia Viva, Matteo Renzi – ma ha chiesto di non essere tirato per la giacchetta. È chiaro che ogni giorno di stallo diventa più probabile la possibilità di andare da lui. Il problema è che non sappiamo come risponderebbe". "Mattarella al Quirinale, ormai è chiaro. Basta perdere tempo con inutili tira e molla. Il Paese che noi stiamo rappresentando in questa importante votazione – scrive in nota la
deputata del gruppo Misto, Alessandra Ermellino – ha già espresso largo consenso per un suo ritorno alla Presidenza della Repubblica. Ai pochi esclusi rimasti lancio un appello: convergiamo sul Mattarella bis per dare continuità a un percorso di rispetto e dignità istituzionale. Una strada del resto non percorribile da nessuna delle personalità avanzate fino ad ora, nomi spinti dalla strategia politica e non dall'interesse verso il Paese".
Mentre, tra veti e personalità bruciate da prove di forza prive di un ampio consenso, continua la battaglia tra i leader dei diversi schieramenti per essere i "king maker",
si affaccia l'ipotesi di un'intesa "di genere". "Sono finalmente in corso, dopo il fallimento del muro contro muro voluto dal centro destra, confronti e discussioni su alcune possibili soluzioni. Tra queste anche candidature femminili di assoluto valore. Ma – fanno sapere dal
Nazareno – ci vuole serietà, la cosa peggiore è continuare col metodo di questi giorni che consiste nel bruciare con improvvide fughe in avanti ogni possibilità di intesa. Per noi rimane fondamentale preservare l'unità della maggioranza di governo". "Il nostro Presidente Giuseppe Conte lo ha detto fin dall'inizio delle trattative: è il momento di eleggere una donna come Presidente della Repubblica – sottolinea in una nota il
Movimento cinque stelle –. Può essere un passaggio storico, una straordinaria innovazione del nostro sistema politico. Adesso l'idea del Movimento 5 Stelle ha convinto anche le altre forze politiche. Quando abbiamo parlato di donne non abbiamo mai pensato ad una 'etichetta' generica, ma a profili di grande qualità, di straordinaria esperienza, di spiccata autorevolezza e soprattutto in grado di rappresentare, senza distinzioni, tutti i cittadini del Paese. Alcuni dei nomi individuati dal M5S sono stati portati subito sui tavoli delle trattative, a dimostrazione che per noi il riferimento al profilo femminile non è retorico, ma concreto e convinto. Nelle prossime ore si lavorerà perché questa idea abbia un nome e un volto. Un nome e un volto femminile per la prima volta nella storia della nostra Repubblica. È il momento, insomma. È il momento per l'Italia di eleggere una donna Presidente". "Un altro caffè e al lavoro, la prima donna presidente della Repubblica sarebbe una straordinaria innovazione", commenta il
leder della Lega Matteo Salvini.Ma anche se ci fosse l'
accordo sull'elezione di una donna al Quirinale, risulta difficile un'intesa sui nomi attualmente in ballo.
Elisabetta Bellloni – attualmente a quanto si apprende la candidata di Fdi, Lega e M5s – solleva molte resistenze istituzionali, soprattutto da parte di Renzi, per il suo attuale incarico a capo dei Servizi.
Marta Cartabia non piace al M5s e fa discutere la sua vicinanza a Comunione e Liberazione.
Il
settimo scrutinio per l'elezione del presidente della Repubblica è previsto domani alle 9.30.