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Quell'inizio di euforia che i problemi non porta via



Sono in molti a credere che il Mercato abbia sempre ragione e forti di questa convinzione affermano che una timida luce si inizia a intravedere in fondo al tunnel della crisi. Il ragionamento è più o meno il seguente: da metà marzo, una volta toccati i minimi, tutte le Borse mondiali si sono mosse all'unisono mettendo a segno recuperi delle quotazioni dell'ordine del 20-25% ed in qualche caso, come Piazza Affari, il rialzo si attesta al 30%.

L'ampiezza e la forza del movimento in atto non possono essere derubricati soltanto a mero rimbalzo tecnico dopo un lungo periodo di caduta rovinosa dei pezzi dei titoli, in quanto si accompagnano alle prime indicazioni di segno positivo o meno negativo che giungono dal fronte macroeconomico.
Dal momento che i mercati finanziari anticipano di qualche mese l'andamento dell'economia reale, ciò starebbe a significare che già verso la fine del corrente anno o più probabilmente all'inizio del prossimo la tanto evocata ripresa cesserà di essere una chimera ma sarà concretamente riscontrabile nei numeri.
Poggia su fondamenta solide questo ragionamento? sono così univoci i segnali provenienti dall'economia reale? ed infine, è proprio vero che il Mercato è quella sorta di entità infallibile che qualcuno vuol far credere?

Una non superficiale analisi della storia delle borse mondiali porterebbe in realtà a documentare che non sono affatto rari i segnali che anticipavano riprese poi rivelatesi fasulle, quindi fare affidamento sull'andamento delle quotazioni per prevedere futuri cicli economici è un esercizio rischioso e spesso inutile. Oltretutto, nell'attuale contesto l'accostamento fra il rialzo dei prezzi delle azioni e la parziale attenuazione della crisi pare affermazione del tutto arbitraria: nell'ultimo mese le Borse mondiali sono salite dopo che Tim Geithner ha deciso di rivedere, allentandoli, i principi contabili con i quali si valutavano i titoli tossici in portafoglio delle istituzioni finanziarie, venendo incontro ai desiderata di queste ultime. Paradossalmente, le quotazioni hanno tratto grande giovamento proprio dall'abbandono del metodo che obbligava i player a iscrivere a bilancio gli asset detenuti ai prezzi di mercato. E' peraltro vero che negli ultimi giorni si sono palesati segnali di un rallentamento della crisi, come affermato dal Governatore Draghi.

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