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Arriva la Troika, o la Befana?

E’ fallita questa Europa, non l’Italia

Sotto gli occhi increduli degli stessi protagonisti a Bruxelles, l'Europa continua a macinare i suoi riti ripetitivi ed insulsi, sui migranti che nessuno vuole accogliere, sui bilanci pubblici che non quadrano, sulla Brexit che non è mai iniziata, su una agenda che ogni volta trabocca di tutto e di niente.

E per fortuna che ci risparmiano le riunione a due, tra il Presidente francese e la Cancelliera tedesca, che non saprebbero più che cosa dirsi, visto che il mondo ha voltato loro le spalle.

Era febbraio di quest'anno, ed a Monaco si discuteva in una conferenza internazionale dei destini della Siria. Mai ci fu scelta più infelice: quella sede ricorda a tutti l'ignobile accordo del 1938 per la spartizione della Cecoslovacchia. E lì, ancora a Monaco, la strada era stata la stessa: mettere fuori gioco il regime dell'odiatissimo Assad, togliere di mezzo la Russia dal gioco mediorientale, aggiungere un'altra tessera al mosaico della destabilizzazione.

Le vicende hanno preso un'altra piega, dappertutto: la Francia è stata spiazzata, non controlla più quello scacchiere, mentre la Germania vive in modo tormentato il nuovo rapporto di collaborazione che sembra essere instaurato nei confronti della Russia dal nuovo Presidente americano Donald Trump. In questi giorni, un vertice per decidere il futuro della Siria si è tenuto a Mosca, con la partecipazione della Turchia. Monaco, addio.

Alexis TsiprasIl quadro europeo si fa sempre più sfilacciato: sugli aiuti alla Grecia che dovrebbero essere nuovamente bloccati per una inadempienza del governo di Atene, c'è dissidio tra il Consiglio dei ministri delle finanze e la Commissione. Una decisione drastica, che obbligherebbe il governo Tsipras a rimangiarsi un piccolissimo aumento delle pensioni più basse, sarebbe politicamente ingestibile.

Dopo l'uscita della Gran Bretagna, con un negoziato sulla Brexit che non è mai iniziato, è venuto meno anche l'alibi secondo cui sarebbe stata la presenza inglese a rendere difficile il coordinamento del nucleo continentale, radunato attorno all'euro.

Ed invece, una riunione dopo l'altra, si mettono in cantiere ipotesi inverosimili, come la creazione di un Esercito europeo, che dovrebbe partecipare in quanto tale alla Nato, al posto dei singoli eserciti nazionali.

Ogni tanto, quando ci sono difficoltà per le banche italiane, si prospetta la richiesta di un aiuto all'ESM, il Fondo di salvataggio europeo: se intervenisse, saremmo commissariati.

La sola ipotesi suona ridicola, se solo si pensa che verremmo salvati con i nostri stessi quattrini e puniti duramente, visto che noi stessi abbiamo versato una sessantina di miliardi a titolo di contributo al capitale del Fondo e ce ne servirebbero meno della metà per sistemare le nostre banche.

Più che una Troika sarebbe una Befana, che porta il carbone ai bambini discoli. Peccato però che questa messa in scena la stiano pagando da anni i cittadini europei, e noi italiani per primi.

Siamo di fronte ad una Europa inconcludente: a dirlo non siamo noi, ma i milioni di elettori che abbandonano, una elezione dopo l'altra, i partiti aderenti alle vecchie famiglie politiche, i Popolari ed i Socialisti.

In pochi anni di rigore e riforme strutturali è stato distrutto un miracolo di cooperazione che durava da sessanta anni.

I populisti arrivano come reazione: non siamo di fronte al fallimento dell'Italia, non c'è nessuna Troika in arrivo.

Siamo di fronte al fallimento dell'Europa, una tragedia mille volte più grave.

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