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Lo Spread sul Coronavirus

Sui contagi si specula contro l'Italia, come sui Titoli di Stato

Fateci caso: sull'andamento del coronavirus, ogni giorno che passa, non si fa altro che misurare la differenza tra quanto avviene in Italia rispetto agli altri Paesi: i nostri dati sono sempre i peggiori in assoluto, e tendono ad aggravarsi.

Siamo diventati gli untori, coloro che vanno tenuti sotto stretto controllo: il "rischio Italia" non è più solo quello finanziario, consueto da anni, per via dell'alto debito pubblico che ci penalizza con tassi di interesse più elevati, e che vengono misurati con il famigeratissimo spread rispetto a quelli pagati dai Bund tedeschi.

Ora l'Italia è pericolosa anche sotto il profilo del contagio epidemico.

A dieci anni dalla crisi della Grecia che risale al 2010, e che allora si disse che era in grado di estendersi al resto dell'Eurozona provocando un "contagio sui mercati", stavolta sarebbe l'Italia a mettere in circolazione il contagio, inteso nel senso tecnico della parola, in quanto sta esportando la epidemia di coronavirus dappertutto. Chi parte dall'Italia per recarsi all'estero è pericoloso, per principio: una rete di sicurezza è già stata calata attorno a noi.

Il Governo italiano è nel pallone, in un ginepraio decisionale e comunicativo da cui non riesce ad uscire.

Sforna decisioni in continuazione: appena tre giorni dopo la nuova disciplina sulle attività e gli spostamenti nelle zone rosse ed in quelle gialle, undici comuni nel primo caso e quattro Regioni nel secondo, nonché le prescrizioni di cautela e comportamento valide per l'intero territorio nazionale, adesso si preannuncia una chiusura delle scuole e delle università in tutto il territorio nazionale, con la sospensione degli incontri sportivi fino a metà marzo.

Fino a qualche ora fa, invece, alla data dell'8 marzo nelle Regioni del Nord si sarebbe dovuto tornare alla normalità.

Questo delirio comunicativo e decisionale deriva non solo dalla mancanza di organizzazione, ma soprattutto dalla deresponsabilizzazione delle strutture ministeriali ordinarie: invece di avvalersi dell'Istituto Superiore di Sanità, ha come consulente un non meglio precisato "Comitato tecnico-scientifico".

Le televisioni, le radio ed i giornali, a loro volta, intervistano esperti di ogni genere: virologi, infettivologi, epidemiologi, ognuno dei quali dice la sua.

Ed intanto l'economia e la vita sociale, soprattutto al Nord, si sono bloccate, con un danno immenso: non si fanno riunioni di persona, non partono gli ordini, si lavora da casa. Per un apparato produttivo prevalentemente manifatturiero, è il colmo.

Giorno dopo giorno, si forniscono dati su dati, sui contagiati, sui guariti e sui morti, senza una base metodologica comune con gli altri Paesi: c'è chi fa i tamponi e chi no, c'è chi tiene i contagiati a casa e c'è chi, di quanti siano, non sa assolutamente nulla o non li conta affatto.

E' un manicomio informativo, un delirio mediatico che sta danneggiando enormemente l'Italia: una sorta di Grande Fratello VIP, nel quale stiamo colpevolmente affondando.
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