La
BCE, organo di vertice del
Sistema delle Banche Centrali Nazionali (SBCN), persegue come obiettivo principale la stabilità dei prezzi; l'articolo 282 del TUFUE stabilisce però che: "
Fatto salvo tale obiettivo, esso sostiene le politiche economiche generali nell'Unione per contribuire alla realizzazione degli obiettivi di quest'ultima".
Dopo la crisi americana del 2008, sono iniziate le politiche monetarie fortemente espansive, con la sola inopinata interruzione decisa dal Governatore
Jean Claude Trichet con la
Exit Strategy, iniziata a fine 2009 e proseguita fino all'estate del 2010, quando subentrò
Mario Draghi che provvide immediatamente ad abbassare i tassi di interesse ed a lanciare a cavallo della fine d'anno ben due LTRO's senza limiti di importo per rifornire di liquidità il sistema bancario.
L'obiettivo, sempre proclamato dalla BCE di fronte alla tendenze recessive dell'economia, è sempre stato uno solo: la stabilità della moneta si raggiunge quando il tasso annuo di inflazione dei beni al consumo è "vicino ma non superiore al 2%". L'abbassamento dei tassi di riferimento per le operazioni di rifinanziamento delle banche, così come la penalizzazione dei depositi presso la BCE eccedenti la riserva obbligatoria, avevano come finalità la riduzione del costo del debito: ciò avrebbe accelerato la crescita economica e, conseguentemente, l'inflazione.
Non c'è solo la politica monetaria, ma anche quella fiscale che dipende dal modo con cui si gestiscono i bilanci pubblici.
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