Una vera e propria corsa all'Eldorado, una competizione frenetica per andare al governo, si è aperta d'incanto.
Passato il primo momento di sbigottimento, smaltito velocemente il risentimento e la voglia di piantare tutto andando all'opposizione,
le forze politiche hanno capito che stavolta non si prospetta un governo "tecnico", come accadde con Mario Monti nel 2011.
In quel caso, nessuno dei Ministri aveva una provenienza di partito: professori, banchieri, manager, ambasciatori ed avvocati si spartirono le poltrone, facendo e disfacendo di testa loro, mentre lo spread massacrava l'Italia. Le manovre tutte "lacrime e sangue" era meglio lasciarle fare ai tecnici: non avevano un mandato elettorale alle spalle, né si sarebbero presentati alle successive elezioni. Mario Monti, che ci provò comunque, non ebbe il grande successo che aveva sperato.
Stavolta il quadro è diverso: la
BCE riversa liquidità a più non posso sui mercati e la stessa Unione europea si dimostra attenta e benigna, varando il famoso
Recovery Fund. Ci sono tante risorse fresche da gestire, anche se sono condizionate alla adozione delle riforme strutturali.
Piatto ricco, dunque, che fa gola a tutti: c'è la ressa per andare al governo.
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