Vince la gara al massimo ribasso chi riduce i costi al minimo: quelli del lavoro che viene massacrato, quelli dei materiali usando i più scadenti. Il subappalto illimitato serve a questo: vince la gara chi scommette di essere in grado più degli altri concorrenti di
far lavorare le piccole imprese subappaltatrici a condizioni da strozzinaggio.
Le Grandi opere sono appaltate a Grandi imprese, perché queste hanno soprattutto la capacità di organizzare e gestire i subappaltanti.
Se la Pubblica amministrazione fosse in grado di fare altrettanto, non ci sarebbe bisogno di indire mega-appalti per mega-opere. Basterebbe mettere a gara i singoli lotti, in cui le piccole e medie imprese potrebbero gareggiare e vincere. Le mega-gare sono inavvicinabili per le piccole e medie aziende, che devono aspettare di ricevere le briciole dei mega-appalti, con i sub-appalti.
La soluzione adottata finora, quella di
mettere a gara mega-opera e di limitare al 40% il subappalto, non funziona: da una parte impone alle Grandi Imprese di Costruzione di dotarsi strutturalmente di mezzi tecnici e di manodopera che è impossibile spostare da un'area all'altra per realizzare i lavori, aumentandone i costi fissi, e dall'altra rende sempre più deboli i contraenti subappaltatori. O accettano le proposte economiche di chi ha vinto la mega-gara, o non lavorano. E' un sistema che non funziona.
La verità "vera" è che
i lavori sul territorio, le opere pubbliche infrastrutturali come la realizzazione di strade ferrate o autostrade, impiegano mezzi tecnici e manodopera locale. E, naturalmente, i vincitori delle mega-gare devono rivolgersi a queste imprese locali per poter lavorare, in sub-appalto.
"