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A chi serve, oggi, il PNRR?

Solo l'Italia si indebita tanto, per 200 miliardi di euro di nuovo debito


Siamo caduti all'indietro, di schiena, all'improvviso: la guerra in Ucraina ci ha riportato alla fine della Guerra mondiale, alla divisione dell'Europa decisa a Yalta, ad una nuova Cortina di ferro che scende tutta a ridosso della Russia: dalla Finlandia alla Svezia, passando per le tre repubbliche baltiche di Estonia, Lettonia e Lituania, e poi giù con la Polonia e la Ucraina. Solo la Bielorussia è rimasta a far parte di quello che una volta era il Blocco sovietico.

Occorre fare i conti con questa realtà, che ci piaccia o meno: la Russia è tornata ad essere un nemico dell'Occidente. Le sanzioni sono destinate a durare a lungo, per sempre: almeno finché l'Occidente non sarà in grado di conquistarla, mettendo le mani sulle sue risorse energetiche e minerarie. Lo stesso vale per la Cina: non basta fare commercio con un Paese che ha un Partito comunista che decide tutto, dalle priorità della crescita allo sviluppo internazionale, lasciando al Mercato solo il compito strumentale di produrre ma mai di indirizzare lo sviluppo in un senso o nell'altro.

Mentre era in corso una politica che aveva come priorità assoluta la decarbonizzazione completa dell'economia, ora l'obiettivo a brevissimo e lungo termine è rendersi autonomi dalle fonti energetiche proveniente dalla Russia, carbone, petrolio e gas, cercandolo dappertutto. Ma il quadro si fa ancora più complesso se si guarda alla altra cintura che sta cingendo attorno alla Cina, per ridurre al minimo le esportazioni occidentali di tecnologie avanzate nel settore informatico e di ridurre al minimo la dipendenza dell'Occidente dalle produzioni cinesi.
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