In modo molto indiretto,
il PNRR ci aiuterebbe pure di fronte a queste due sfide: la transizione verso le energie rinnovabili e quella verso le tecnologie informatiche ci svincolerebbero dalle fonti fossili di qualsiasi provenienza e dalle importazioni dalle grandi corporation della Cina. La verità è che è tutto fondato su ipotesi, dall'idrogeno verde alla stessa tenuta di una economia che abbandona la manifattura e la agricoltura per sviluppare esclusivamente i servizi in rete.
Questo è il punto:
ora si parla di gravi carenze nei rifornimenti di grano, non solo dalla Ucraina ma anche dalla Russia, con l'India che chiude anche le sue frontiere alle esportazioni; di
mancanza del mangime per gli allevamenti di animali e dei concimi per i nostri campi, per non parlare dei prezzi stratosferici di tutte le altre importazioni di materie prime.
Bisogna essere realisti: finché il quadro internazionale non si chiarisce, rischiamo di continuare a spendere troppi soldi, presi a debito, per priorità superate.
Forse, domani, chissà… Ma oggi no, proprio no.
Solo l'Italia si indebita tanto, con 200 miliardi di euro di nuovo debito A chi serve, ancora, il PNRR?
(Foto: danciaba | 123RF)
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