La
guerra dell'Ucraina per riconquistare il Donbass e la Crimea è ineluttabile, le
sanzioni alla Russia sono ineliminabili. Ed è ininfluente che i danni subiti dall'Europa che mette le sanzioni superino quelli inferti alla Russia.
Mentre
in Europa i prezzi del gas continuano a salire, soprattutto quelli a termine, sospinti dalle negoziazioni sui futures in Borsa ad Amsterdam, dove operano operatori finanziari avvezzi ad ogni genere di speculazione, i governi cercano di rimediare a valle, con misure fiscali parziali e provvisorie:
molte imprese cominciano a ridurre la produzione, ed in autunno si fermeranno.
Ci troviamo alle soglie di una prospettiva catastrofica: inflazione a doppia cifra, trainata dall'aumento dei prezzi dell'energia, e recessione economica. Non esiste un termine per descrivere quanto accadrà, perché anche quello storico di "
stagflation" è ampiamente insufficiente. Si dovrebbe coniarne uno nuovo, che metta insieme l'inflazione che determina recessione: "
infrecession"
I Governi europei non possono aumentare il deficit, dopo aver accumulato debiti pubblici colossali nel biennio di crisi pandemica.
La
BCE cerca di aumentare i tassi: mentre ha teoricamente l'obiettivo di contrastare l'inflazione, ha praticamente il problema di controllare gli spread sui debiti pubblici: il
programma TPI, che prevede il reimpiego della liquidità derivante dal turnover dei titoli in scadenza a favore di quelli più bersagliati, come quelli italiani, rischia di essere insufficiente.
Le scommesse al ribasso dei Fondi che hanno chiesto a prestito titoli italiani per oltre 38 miliardi di euro, sono la prova che è pronta la spallata all'euro.
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