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Frontiere inviolabili e Diritti umani, un labirinto geopolitico

Russia e Cina alle prese con Ucraina e Taiwan, tra Donbass e Kosovo


L'Impero zarista, colpito a morte dalla Rivoluzione d'Ottobre, aveva assunto una fisionomia assai complessa, sia per la pace separata che era stato stipulata in fretta e furia con la Germania, sia per le aggregazioni che erano state successivamente determinate dalla contaminazione ad altre aree circostanti dei fermenti rivoluzionari: si formò così l'URSS, una entità politica più vasta e variegata dell'ex Impero russo.

Il processo di decolonizzazione avviato dopo la Seconda guerra mondiale, con la fine dell'Impero Britannico trasformato in Commonwealth già accettata con la sottoscrizione della carta Atlantica, è stato un processo irreversibile, ma la ideale coincidenza tra Stati e Popoli ha trovato limiti insormontabili: soprattutto le frontiere degli Stati africani, che erano state arbitrariamente decise dalle Potenze coloniali nella Conferenza di Berlino del 1884, da una parte mettendo insieme senza alcun criterio popolazioni diverse e dall'altra dividendo aree economicamente interdipendenti, non potevano essere rimesse in discussione senza provocare conflitti ancora più feroci di quelli che hanno insanguinato il Continente.

Ci sono state delle eccezioni, come per l'Indocina francese che venne divisa tra Vietnam, Cambogia e Laos al fine di limitare il più possibile i conflitti. Lo stesso accadde per l'India: la guerra civile e religiosa scoppiata tra gli Indù ed i Musulmani dette luogo alla formazione del Pakistan, uno Stato popolato da questi ultimi e composto da due componenti territoriali distinte, situate all'estremità occidentale ed orientale del sub continente.

Per difendere le popolazioni che subiscono le violenze della guerra civile, soccombendo alle angherie della comunità etnicamente prevalente, l'ONU ha quindi elaborato il principio della Responsabilità di Proteggere: se uno Stato viene meno all'obbligo di rispettare i diritti umani dell'intera popolazione di cui è composto, la Comunità internazionale può intervenire anche con l'uso della forza.
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